Ivan Francese, Il Giornale, 6 X 2014.
Prostituzione, furti e carcere: ecco l’infanzia di Depardieu.
Nell’autobiografia Ça s’est fait comme ça, l’attore ripercorre la propria giovinezza: “A vent’anni il delinquente dentro di me era vivo e vegeto”.
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Gérard Depardieu? Sarebbe stato gigolò, ladruncolo e profanatore di tombe. E – questa è la notizia – nella vita vera, non in uno dei suoi film: lo rivela lo stesso attore francese nella sua ultima autobiografia, Ça s’est fait comme ça.
Depardieu racconta che sin da piccolo sua madre gli raccontava di come avesse cercato di abortire utilizzando dei ferri da calza, “dicendo che mi aveva quasi ucciso”. Da allora è iniziata un’infanzia di privazioni: il piccolo Gérard iniziò a vagabondare per le strade all’età di dieci anni, realizzando in fretta di avere un ascendente su alcuni uomini: “Ho capito di piacere agli omosessuali sin da quando ero molto giovane”. Storie di soldi e rapporti sessuali, ma anche di furti sacrileghi.
L’attore svela di aver anche partecipato, da giovane, al furto di scarpe e gioielli ai danni delle salme appena inumate nei cimiteri. All’età di sedici anni trascorse tre settimane in prigione per aver rubato una macchina, e quando era alla soglia dei venti “il delinquente dentro di me era vivo e vegeto”. Una volta a Parigi, proseguì nella sua “carriera” di gigolò, derubando occasionalmente alcuni dei suoi clienti. Furti ripetuti anche durante le proteste parigine del maggio 1968, quando l’attore alleggeriva gli studenti di denaro ed orologi mentre si riposavano dagli scontri con le forze dell’ordine.
A salvarlo dalla dissoluzione, racconta il Daily Mail, fu uno scopritore di talenti gay che gli permise di studiare teatro finanziandogli gli studi: da lì iniziò la brillante carriera che lo rese famoso in tutto il mondo.
Nella sua autobiografia Depardieu si sofferma anche sul rapporto con i due figli Guillame e Julie, senza dimenticare gli altri due avuti da altrettante donne. Figli a cui non sempre ha saputo confessare il proprio amore, svela Gérard: “Non riuscivo mai a trovare le parole. So esprimere quelle degli altri, ma quando si tratta di me, torno il figlio di mio padre Dedè.” Ed è proprio al padre, metalmeccanico e pompiere volontario, che Depardieu attribuisce la propria incapacità di comunicare i propri sentimenti d’affetto ai figli.”
Il libro affronta poi anche la tragica scomparsa del figlio Guillame, morto a 37 anni per le conseguenze di una polmonite ma già alcolizzato e dipendente dalle droghe, e sull’amicizia con il presidente russo Vladimir Putin, rinsaldatosi dopo l’acquisizione della cittadinanza russa da parte dell’attore nel 2013.