Maurizio Ricci, La Repubblica, 9 XII 2013.
INTRAPPOLATI NELLA RETE – ECCO COME OGNI GIORNO INTERNET VI RUBA DUE ORE DI VITA.
Secondo una ricerca americana, sono gli uomini più delle donne a cercare rifugio online, sacrificando così l’istruzione.
Il censimento Usa ci dice che quelli che accendono il computer per tirare la serata sono i neri, seguiti dagli asiatici….
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La cena è finita, i piatti sono già nel lavabo ed è il momento di dare inizio alla vostra serata. Vi sedete e… accendete il computer. Sempre più gente lo fa e, fra cercare di fare bella figura su Facebook, scambiare battute su Twitter, sommergere di foto gli amici su Instagram, studiare la prossima vacanza su Google, finirete per fare anche più tardi che andando al cinema, in pizzeria o a ballare.
D’altra parte, se vi togliessero il computer e Internet, cosa fareste, invece? Quali sono le vittime del tempo che Facebook e Google rubano alle vostre serate? Nell’ordine: divertimenti in genere, soprattutto sceneggiati e partite in tv, quelle pratiche che vi eravate portati dall’ufficio con l’idea di dargli un’occhiata dopo mangiato e anche un po’ di sonno in più.
Con un occhio a quello che significa per i flussi di investimento della pubblicità, a fare la classifica ci hanno pensato gli americani, scavando nei dati dei censimenti. La ricerca, firmata da Scott Wal-lsten, appare fra i saggi del seriosissimo National Bureau of Economic Research, fra studi sulle insidie della trappola della liquidità e indagini sugli zig zag delle quotazioni azionarie.
Se ne ricava che gli americani godono, in media di cinque ore di tempo libero al giorno che, per metà, passano davanti alla tv. Una quota crescente, però, preferisce Internet. Quanti sono? Quelli che su Internet vanno per passare il tempo e non solo per lavorare o studiare non sono tantissimi (i dati si fermano al 2011) circa uno su sei, di più se con l’età scendiamo agli anni dell’università e, soprattutto, del liceo. Per gli studenti, il giro online è un must, nel 20-30 per cento dei casi.
Comunque, chi sceglie Internet per il proprio tempo libero dedica alla rete circa 100 minuti al giorno, un terzo dei 300 minuti di tempo libero medio. Sono tanti, visto che, in quei 100 minuti non rientrano quelli passati su Internet per motivi di lavoro o di studio, ma neanche quelli dedicati a scrivere o leggere le mail e neppure le intense sessioni di videogames. Di più, non contano neanche quelli passati a vedere i video nativi di Internet: i programmi tv trasmessi in rete, ma anche i video da scaricare da YouTube. Anche questi rientrano, nel censimento, nei programmi televisivi, come i libri e i giornali letti sul piccolo schermo vengono comunque catalogati come tempo speso a leggere libri e giornali.
Sono cento minuti di vera e propria vita in Rete. Senza il web, come li avremmo passati? Be’, è tempo libero e, dunque, soprattutto a divertirci. Su 100 minuti, 29 sarebbero stati dedicati a intrattenimenti di vario genere, il grosso (12 minuti) alla tv, compresi YouTube e la tv su Internet.
Altri 27 minuti, tuttavia, sarebbero stati utilizzati, se non fossimo stati ipnotizzati da Facebook, per lavoricchiare un po’ da casa. Dovremo recuperare domani mattina in ufficio, ma, intanto, abbiamo rinunciato anche a 12 minuti di sonno. Abbiamo anche perso sette minuti che avremmo, altrimenti, dedicato a qualche lavoretto casalingo e altri 6 che potevano essere utilmente spesi nello studiare una lingua straniera. Per il resto, solo spiccioli. Se il web non ci avesse catturato, avremmo dedicato 4 di quei cento minuti a rilassarci sul divano ad occhi chiusi a pensare ai fatti nostri e altri 5 a chiacchierare con la vicina di pianerottolo o a telefonare ad un amico.
Sono gli uomini più delle donne a cercare rifugio online, probabilmente anche perché per le donne è più difficile sottrarsi all’alternativa di aiutare altri membri della famiglia, tipo i bambini a fare i compiti. Gli uomini, a quanto pare, sacrificano invece l’istruzione. Ma davvero il Facebook, Twitter, Google sono un magnete a cui è così difficile resistere? Il dubbio viene, guardando altri dati, che non danno l’idea che spendere online il proprio tempo libero sia una scelta particolarmente “trendy” o “cool”.
Il censimento Usa ci dice che quelli che più probabilmente (al netto di tv, videogames, e-mail) accendono il computer per tirare la serata sono i neri, seguiti dagli asiatici. Bianchi e ispanici vengono dopo. Facile fiutare qui, almeno nel primo caso, un problema di soldi. Chi sceglie il computer invece della pizzeria o della discoteca è più facile che guadagni meno di 30 mila dollari l’anno.
Sopra questa quota, il ricorso al computer per riempire il proprio tempo libero scende drasticamente, quasi alla metà. Chi può permettersi di spendere non la trova, evidentemente, un’alternativa molto eccitante. Al diavolo Facebook, andiamo a ballare! L’intrattenimento online sarà anche il passepartout al divertimento del futuro, ma, per il momento, ha spesso l’aria di ultima spiaggia.