Il Mattino, 26 V 2016.
Reporting from the front: ecco la Biennale d’Architettura 2016
La rassegna curata dal cileno Alejandro Aravena parla dello scollamento con la società civile: serve una nuova speranza.
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VENEZIA. Sarà aperta al pubblico da sabato 28 maggio a domenica 27 novembre 2016, ai Giardini e all’Arsenale, la 15a Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Reporting from the front, diretta da Alejandro Aravena e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
La Mostra sarà affiancata da 65 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono cinque i paesi presenti per la prima volta: Filippine, Lituania, Nigeria, Seychelles e Yemen.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, è stato affidato al team curatoriale TAMassociati: Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso.
LA MOSTRA INTERNAZIONALE. La Mostra REPORTING FROM THE FRONT formerà un unico percorso espositivo dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 88 partecipanti provenienti da 37 paesi. Di questi 50 sono presenti per la prima volta, e 33 sono gli architetti under 40.
«La signora sulla scala che, salendo sui gradini più alti, può scrutare un più vasto orizzonte e, così facendo, conquista un suo “expanded eye”, annuncia la 15a Biennale Architettura curata da Alejandro Aravena. È un’immagine che ci è subito piaciuta – dichiara il Presidente Paolo Baratta – anche perché un po’ rappresenta la Biennale tutta, le nostre attitudini, le nostre finalità.»
«Che cosa vede davvero la signora? Credo soprattutto – riflette Baratta – un suolo desolato fatto di immense zone abitate dall’uomo delle quali l’uomo non può certo andare orgoglioso, realizzazioni molto deludenti che rappresentano un triste infinito numero di occasioni mancate per l’intelligenza e l’azione della civiltà umana. Molte realtà tragiche, altre banali che sembrano segnare la scomparsa dell’architettura. Ma vede anche segni di capacità creativa e risultati che inducono a speranza, e li vede nel presente, non nell’incerto futuro delle speranze e dell’ideologia.»
«È un segno di ottimismo? Abbiamo lamentato più volte, aprendo le scorse Biennali – rammenta il Presidente – che il tempo presente sembrava caratterizzarsi per un crescente scollamento tra architettura e società civile. In diverso modo le passate Biennali se ne sono occupate. Con questa Biennale vogliamo indagare in modo più esplicito se e dove vi sono fenomeni che mostrino una tendenza contraria di rinnovamento; si va alla ricerca di messaggi incoraggianti.»
«L’architettura in azione come strumento della vita sociale e politica, dove ci si chiede di coniugare a un più alto livello l’agire privato e le pubbliche conseguenze.»
«Presentare l’architettura in azione è anche una risposta alla permanente domanda che La Biennale si pone. Cos’è una mostra di architettura? – si chiede Baratta. E cosa deve essere una Biennale di Architettura? Nella Biennale Arte, di cui quella di Architettura è figlia, le opere sono qui, di fronte al visitatore; per la mostra di Architettura le opere sono altrove. Che cosa deve rappresentarsi qui? È di fatto una ricerca continua. Dobbiamo evitare di fare un doppione di una rivista, di imitare un congresso o un saggio critico, di creare un luogo solo per addetti, e quindi una mostra per soli architetti, dobbiamo evitare di essere condiscendenti con la possibile tentazione degli architetti di presentarsi come artisti.»
«Durante un suo viaggio in America del Sud – racconta Alejandro Aravena – Bruce Chatwin incontrò un’anziana signora che camminava nel deserto trasportando una scala di alluminio sulle spalle. Era l’archeologa tedesca Maria Reiche, che studiava le linee di Nazca. A guardarle stando con i piedi appoggiati al suolo, le pietre non avevano alcun senso, sembravano soltanto banali sassi. Ma dall’alto della scala, le pietre si trasformavano in uccelli, giaguari, alberi o fiori.»
Aravena auspica così che la 15esima Mostra Internazionale di Architettura offra «un nuovo punto di vista, come quello che Maria Reiche aveva dall’alto della scala. Di fronte alla complessità e alla varietà delle sfide che l’architettura deve affrontare, REPORTING FROM THE FRONT si propone di ascoltare coloro che sono stati capaci di una prospettiva più ampia, e di conseguenza sono in grado di condividere conoscenza ed esperienze, inventiva e pertinenza con chi tra noi rimane con i piedi appoggiati al suolo.»
«L’architettura si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo. Non è più complicato, né più semplice di così. Questi spazi comprendono case, scuole, uffici, negozi e aree commerciali in genere, musei, palazzi ed edifici istituzionali, fermate dell’autobus, stazioni della metropolitana, piazze, parchi, strade (alberate o no), marciapiedi, parcheggi e l’intera serie di programmi e parti che costituiscono il nostro ambiente costruito.»
«La forma di questi luoghi, però, non è definita soltanto dalla tendenza estetica del momento o dal talento di un particolare architetto. Essi sono la conseguenza di regole, interessi, economie e politiche, o forse anche della mancanza di coordinamento, dell’indifferenza e della semplice casualità. Le forme che assumono possono migliorare o rovinare la vita delle persone.
LE MINACCE. La difficoltà delle condizioni (insufficienza di mezzi, vincoli molto restrittivi, necessità di ogni tipo) è una costante minaccia a un risultato di qualità. Le forze in gioco non intervengono necessariamente a favore: l’avidità e la frenesia del capitale, o l’ottusità e il conservatorismo del sistema burocratico, tendono a produrre luoghi banali, mediocri, noiosi. Ancora molte battaglie devono essere dunque vinte per migliorare la qualità dell’ambiente costruito e, di conseguenza, quella della vita delle persone.»
PROGETTI SPECIALI. Sono tre i Progetti Speciali della 15. Mostra, il primo promosso dalla Biennale, gli altri due frutto di accordi stipulati con altre istituzioni, organizzati e realizzati dalla Biennale stessa. L’esposizione curata dall’architetto Stefano Recalcati, dal titolo Reporting from Marghera and Other Waterfronts, analizzerà nella sede espositiva di Forte Marghera (Mestre, Venezia) progetti significativi di rigenerazione urbana di porti industriali, contribuendo a stimolare una riflessione sulla riconversione produttiva di Porto Marghera. L’accordo di collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra troverà un suo primo passo nel Padiglione delle Arti Applicate alle Sale d’Armi dell’Arsenale, con il titolo A World of Fragile Parts, a cura di Brendan Cormier.
REPORT FROM CITIES. In previsione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite – Habitat III, che si terrà a Quito in Equador dal 17 al 20 ottobre 2016, e nel contesto del programma Urban Age, organizzato congiuntamente dalla London School of Economics e dalla Alfred Herrhausen Society, la Biennale allestirà, sempre alle Sale d’Armi, un Padiglione dedicato al tema Report from Cities: Conflicts of an Urban Age, curato da Ricky Burdett, con particolare attenzione al rapporto tra spazi pubblici e spazi privati.
MEETINGS ON ARCHTECTURE. Ritornano i Meetings on Architecture, un programma di appuntamenti sui temi e i fenomeni presentati in Mostra, che si svolgerà durante tutto il periodo di apertura e vedrà la partecipazione degli architetti e dei protagonisti di REPORTING FROM THE FRONT curata da Alejandro Aravena. I Meetings sono realizzati con il sostegno di Rolex. I Meetings saranno affiancati da una serie di appuntamenti legati ai Progetti Speciali della 15.
LA MOSTRA. La conferenza annuale Urban Age dal titolo Shaping Cities: Conflicts Of An Urban Age, fissata per il 14 e 15 luglio al Teatro alle Tese Arsenale, esplorerà le forze sociali, spaziali e politiche che disegnano le città. Ospitata dalla Biennale di Venezia nel contesto di Habitat III – United Nations Conference on Housing and Sustainable Urban Development (Quito, Ecuador, 17-20 ottobre 2016), la conferenza è un’iniziativa congiunta della London School of Economics and Political Science e l’Alfred Herrhausen Gesellschaft della Deutsche Bank.
BIENNALE SESSIONS. Si rinnova per il settimo anno consecutivo, e dopo il successo delle edizioni precedenti, il progetto Biennale Sessions che la Biennale dedica alle istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo dell’architettura, delle arti e nei campi affini, Università e Accademie.
L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con vitto a prezzo di favore, la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente, assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno. Ad oggi hanno già firmato il protocollo d’intesa 100 istituzioni internazionali da 19 Paesi e da tutti i continenti.
EDUCATIONAL. Anche per il 2016 è prevista l’attività Educational che si rivolge a singoli e gruppi di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, delle università e delle accademie d’arte, professionisti, aziende, esperti, appassionati e famiglie. Le iniziative mirano a un coinvolgimento attivo dei partecipanti e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.
I PREMI. La cerimonia di premiazione e inaugurazione della 15a Mostra si terrà sabato 28 maggio a Ca’ Giustinian. Sarà consegnato il Leone d’Oro alla Carriera all’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha e i premi ufficiali assegnati dalla giuria internazionale composta da Pippo Ciorra (Italia), Sergio Fajardo (Colombia), Marisa Moreira Salles (Brasile), Hashim Sarkis (Libano, USA), Karen Stein (USA).
IL CATALOGO. Il catalogo ufficiale, dal titolo REPORTING FROM THE FRONT, è composto di due volumi (formato 21 x 27 cm). Il Volume I è dedicato alla Mostra Internazionale, ed è a cura di Alejandro Aravena. Ogni progetto è presentato in catalogo con pagine specifiche. Aravena introduce, in singoli saggi dedicati, il progetto architettonico, il “fare” dell’autore o dello Studio, ne descrive le peculiarità e spiega le ragioni che lo hanno spinto a inserire il progetto nel percorso della Mostra.