Benedetta Vitetta, Libero Quotidiano, 3 I 2022
Euro contro Lira, l’esplosione dei prezzi. Quanto costa di più una pizza oggi
È passato poco più di un giorno dall’inizio del nuovo anno e, al di là del Covid che ormai ci accompagna da un paio d’anni, la nuova ossessione degli italiani è legata ai rincari delle bollette di luce e gas. Una stangata con cui abbiamo dovuto, obtorto collo, brindare assieme all’avvio del 2022. Secondo le ultime stime sarà una vera e propria rapina (+55% per l’elettricità e un rialzo del 41,8% per il gas) che impatterà per oltre 2mila euro a famiglia. E a poco serviranno anche i quasi 4 miliardi di euro (precisamente sono 3,8 mld) messi sul piatto dal governo per limitare i rincari che peseranno sui cittadini. Ma negli ultimi vent’ anni – ossia da quando è entrato in vigore l’euro – gli italiani si sono dovuti barcamenare con una infinità di prezzi in salita continua. Solo per fare un esempio il costo dell’energia è cresciuto di ben il 360% visto che il prezzo per kWh per una famiglia (con un contatore da 3 kW) è passato dagli 0,0945 euro del 2001 agli 0,34 euro del 2021.
UNA PIZZA? QUADRUPLICATA – Tranne rarissime eccezioni i prezzi al consumo nell’ultimo ventennio sono cresciuti in maniera abnorme. Qualcuno di voi riesce a ricordare quanto costava un caffè al bar nel 2001? Si pagava 900 lire (ossia 46 centesimi di euro), mentre oggi costa, mediamente, 1,10 euro. Il costo di una tazzina di caffè al bancone è quasi triplicato (+124%). E visto il recente aumento delle miscele, non ci sarebbe da stupirsi se quest’ anno si arriverà a pagare un caffè 1,50 euro: un lusso che non tutti a quel punto potranno concedersi. E quanto è cresciuto il prezzo di un cono gelato? Se prima dell’euro si spendevano 1.500 lire per due gusti (ossia 77 centesimi di euro), oggi siamo arrivati a 3 euro. Il prezzo in 20 anni è quadruplicato. E una pizza prima della moneta unica quanto costava? Anche in questo caso il prezzo di una pizza e una bibita ha registrato una variazione importante: +75,7%. Se nel 2001 spendevamo in media 5,50 euro, nel 2020 siamo passati a un prezzo medio di 9,66 euro. In questi ultimi 20 anni, stando a un’analisi realizzata da Altroconsumo, i prezzi sono cresciuti complessivamente del 33,4%, a fronte di un tasso di inflazione annuo che – stando agli ultimi dati Istat – si attesta al 3,8 per cento. Una crescita che è stata decisamente meno marcata negli ultimi anni, considerando che tra il 2019 e il 2020 abbiamo assistito a una contrazione dei prezzi dello 0,1% e se consideriamo il biennio 2019-2021 la crescita di attesta allo 0,27 per cento.
IL BOOM DEI TRASPORTI – Se nell’alimentare, al di là di qualche eccezione come il pane fresco (+82%), non ci sono stati grossi aumenti nell’ultimo ventennio, lo stesso non si può dire per il trasporto pubblico locale che, nel periodo, ha registrato rincari significativi. Nel 2001 il biglietto poteva essere ancora acquistato in lire e costava dappertutto 1.500 lire (0,77 euro). E oggi? Nelle città prese in considerazione (Bologna, Genova, Milano, Roma e Torino, ndr), un biglietto costa 1,50 euro, a eccezione di Milano, dove si spendono 2 euro. Insomma, in 20 anni la crescita dei prezzi è stata del 94% in tutte le città, e del 158% sotto la Madonnina. E che dire dell’evoluzione dei prezzi dei beni durevoli? Gli aumenti dei telefoni cellulari sono stati del 40,91%, ancora più cari i prezzi delle fotocamere (+71,1%). in controtendenza restando in ambito hi-tech, spicca invece il calo del 48,06% del prezzo medio dei notebook. Per gli elettrodomestici di casa si spende meno per acquistare lavatrici (-30,7%), lavastoviglie (-13,3%) e forni a microonde (-51,3%), mentre sono notevolmente cresciuti i costi per un frigorifero (+64,1%). Insomma l’euro ha portato vantaggi ed è davvero convenuto alle nostre tasche?