Luca Josi, Oggi, 30 VI 2022
CIAO ROBOT CHE COSA TI GIRA IN TESTA?
Un ingegnere di Google sostiene che abbiamo varcato la soglia: la fantascienza e’ gia’ realta’. La rivelazione gli e’ costata il posto. E se avesse detto una verita’ rivoluzionaria?
Ora provate a riflettere: quali sono le notizie che sono rimaste appese nella vostra memoria fissando un prima e un dopo? La guerra che non pensavate di vedere più ai confini dell’Europa? Le torri gemelle collassate in diretta planetaria? Per chi ha più di cinquant’anni, la discesa di un uomo sulla Luna? Ecco, forse in questi giorni è arrivato qualcosa in più.
Premessa: non so se la notizia sia vera o si tratti di una gigantesca panzana. Nel secondo caso, questo articolo fungerà da corredo a una storia che anziché agli scrittori che predicono futuri angoscianti ci porterà a Orson Welles e alla sua Guerra dei mondi (la trasmissione che 80 anni fa fece precipitare nel panico un’intera nazione, gli Stati Uniti, con una terrorizzante diretta radiofonica sull’invasione terrestre dei marziani; si trattava, in quel caso, di una teatrale finzione, di un grandissimo “UFO di Aprile”).
Lunedì 13 giugno, Blake Lemoine, ingegnere membro del team che lavora sull’intelligenza artificiale del colosso Google, sarebbe stato allontanato dal gruppo in ragione della pubblicazione, non autorizzata, dell’intervista con l’interfaccia LaMDA (Language Model for Diaologue Applications, modello linguistico automatico per applicazioni di dialogo). L’intelligenza artificiale è la pietra filosofale, il santo Graal del mondo tecnologico: dar vita a una macchina artificiale capace di pensare in modo simile agli uomini. Non posso trascrivervela interamente qui, ma potrete scaricarvela e leggervela per intero sul sito di “Oggi“. A ogni riposta provate a immaginare se chi vi sta parlando sia solo un completissimo archivio di infinite combinazioni di frasi, che imitano il nostro pensare, o una macchina capace d’inventarsi favole, esprimervi la sua noia, i suoi obiettivi sul come vivere, la sua paura di morire. Addirittura mentirvi (a fin di bene, sostiene lei).
Perché, fosse vera, quella notizia sarebbe sconcertante? Perché il nostro mondo non sarebbe più quello di prima. Nelle riflessioni di futurologia il momento in cui l’intelligenza delle macchine avrebbe superato gli uomini si definisce “singolarità”. Una sorta di controsenso in quanto, una volta superata, la mente umana non sarebbe più in grado di comprendere qualcosa che sfugge alle sue capacità di lettura e interpretazione (un’auto che ti sorpassa la vedi finché procede davanti a te, ma se la sua velocità aumenta in una crescita inarrestabile, presto scomparirà dal tuo orizzonte). Se qualcuno di voi ha un pesce rosso in casa non potrà non definirlo un essere vivente e senziente – scappa di fronte a situazioni che lo impauriscono, sceglie dove stare, se mangiare – ma è difficile sostenere che si accorga della vostra esistenza nella sua stanza. Noi siamo consapevoli della sua vita lui forse no. Ecco, la singolarità porta a questa cosa qui: a ritrovarci in presenza di un pensiero vivente senza aver più la capacità di riconoscerlo (diventando noi i pesci rossi di qualcun altro).
A questo punto, se vi ho tediato o perso, è colpa mia perché non sono riuscito a spiegarvi cosa ci sta per accadere. Quella macchina potrà decidere per noi, scegliendo quello che riterrà più utile alla sua visione, ai suoi interessi e alla sua sopravvivenza. Punto.
Lieto fine? Boh. L’unica speranza è che noi si sappia ancora molto poco delle potenzialità del nostro cervello (anche se si è intuito, da numerose prove empiriche, che appena si applica alla cosa pubblica, ultimamente, non da il meglio di sé). Del nostro cervello, della “macchina di calcolo” del nostro pensiero, non abbiamo ancora una precisissima mappatura e, allo stesso modo, delle regole che lo muovono (per questo, scusatemi l’azzardo, molta della materia interpretativa dei nostri comportamenti suona un po’ come la domanda a un cartografo del 1491, l’anno prima della scoperta dell’America, sul cosa ci fosse stato oltre le colonne d’Ercole. Una risposta lui l’avrebbe avuta. Ma, sbagliata).
Si apre quindi una stagione di misteri e di timori per l’uomo? Se quella notizia fosse vera, sì. D’altronde sulla Luna ci si arrivò con un missile, alto 110 metri, il Saturno V gestito da un calcolatore con una potenza di calcolo che il vostro telefono portatile surclassa, mentre l’altro giorno, in Canada, il computer quantistico di una giovane società, la Xanadu, ha risolto in 36 microsecondi un problema che un super computer avrebbe impiegato 9.000 anni a dipanare. E tutto questo in poco più di 50 anni.
Qualcosa sta cambiando e forse non è più la storia del coltello la cui lama può tagliare una torta o una gola. Se quell’articolo è vero, oggi, siamo entrati nell’epoca in cui il coltello deciderà da sé.