MCB, Il Giornale, 14 VII 2019
«Promuoviamo la cultura del turismo come antidoto alla maleducazione»
Franco Iseppi, Presidente del Touring dal 2010, ci accoglie nella nuova sede del Touring, in via Cornelio Tacito 6; sono gli spazi dell’ex Brown Boveri Company, azienda elettrotecnica svizzera, nell’area oggi detta Scalo Romana, tra viale Molise e corso Lodi.
Cosa rappresenta questo cambio di sede e cosa succederà del Palazzo in corso Italia 10? «Certamente non possiamo rinunciare ai simboli che hanno creato la nostra storia. Ma il palazzo stava diventando inabitabile per sicurezza e agibilità, quindi da qualche tempo a questa parte abbiamo deciso di trasformare la sede in corso Italia in un albergo: si chiamerà Hotel Touring. Abbiamo fatto scouting tra varie società interessate (ha vinto Radisson) ponendo un vincolo: non avremmo mai venduto il palazzo, che è stato costruito anni orsono con i soldi dei soci stessi e rappresenta un valore per tutti, non solo per i soci». In corso Italia, spiega, si troverà sempre la libreria che rimarrà un punto di riferimento per i soci, si continueranno a svolgere incontri e iniziative e sarà la sede del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo.
«Il Touring è un mix di indipendenza e autonomia, siamo nati privati come espressione della borghesia milanese illuminata. Già Luigi Vittorio Bertarelli, che con Federico Johnson e con altri cinquantacinque velocipedisti 125 anni fa fondò il Touring, aveva capito che si lavora meglio in sintonia tra volontari e professionisti. E così in certi casi siamo una protesi dello Stato, come è avvenuto con il turismo scolastico, che è stato un ruolo ufficialmente affidato al Touring. Ma non vogliamo rinunciare ad essere privati».
Il Touring è stato fondato nel 1894 con l’intento di diffondere i valori del ciclismo e del viaggio. Raggiunge i 16mila soci già nel 1899. Fin dall’inizio l’attività dell’Associazione è innovativa. Propone le prime piste ciclabili (1895), installa cassette di riparazione e pronto soccorso lungo le strade e si oppone alla tassa sui velocipedi. E poi le Guide, la radio, la cartografia… Fino ad oggi, con Aperti per Voi e le Bandiere Arancioni. «Grazie ai volontari – spiega – produciamo gli anticorpi alla maleducazione, e portiamo avanti la nostra cultura sul turismo. Che per noi non è solo business: per noi è importante capire che per inserirci in un territorio bisogna anzitutto conoscerlo per ciò che è distintivo di quel luogo».