Francesco Paolo Giordano, Il Giornale, 28 VIII 2014.
Profezia di Google e Facebook: niente password né vocabolari.
Volete sapere cosa ci riserva il domani? Seguite gli investimenti dei big della Rete: droni, robot, traduttori istantanei, sorveglianza sociale. E se lo dicono loro…
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Una volta, e in parte anche adesso, andava di moda quel giochino di strategia, il Risiko , in cui ogni giocatore doveva posizionare, sui vari territori, il maggior numero possibile di proprie armate, così da certificare il controllo su una specifica area e arrivare alla vittoria del gioco.
È un Risiko molto più dispendioso e delicato quello a cui le superpotenze di Internet stanno giocando da anni: da Google (166 acquisizioni) a Facebook (49), passando per Yahoo (106), ogni colosso della rete cerca di accaparrarsi quanti più territori possibili. E potenziare così il proprio impero informatico.
L’ultima contesa si è vissuta sul territorio di Twitch, una piattaforma che raccoglie le clip dei giocatori di videogames: una sorta di tutorial per chi vuole capire il modo migliore per raggiungere un certo livello di gioco. Con più di 50 milioni di utenti al mese, il sito californiano aveva attirato l’interesse di Google; ma poi l’ha spuntata Amazon, che ha dovuto tirare fuori la bellezza di 970 milioni di dollari – l’acquisto più caro in assoluto da parte del colosso del commercio elettronico -.
Le sfide lanciate dai big dell’online sono una scommessa sulla loro capacità (già dimostrata in passato) di prevedere come cambierà la nostra vita, i nostro bisogni di domani. Gli investimenti nei business più avveniristici sono programmati per regalarci un futuro diverso, più smart. Pensiamo ai robot, per esempio: un settore su cui Google negli ultimi mesi ha deciso di puntare con convinzione, al punto da rilevare ben otto società e metterci a capo Andy Rubin, l’uomo di Android. Progetti che, anche se per stessa ammissione dei responsabili sono ancora in fase di sperimentazione, stanno già dando i primi frutti: come l’auto intelligente messa a punto dal colosso di Mountain View, capace di muoversi da sola, senza alcun intervento da parte dell’uomo. Tra le aziende rilevate, spicca la Boston Dynamics, da anni in stretto contatto con il Pentagono: qui sono nati robot come Cheetah, in grado di correre più veloce di Usain Bolt, e Atlas, un robot umanoide alto quasi 2 metri.
Google è da poco tempo sbarcato nel mondo dei sistemi di sorveglianza sociale e dei rilevatori di fumo. Come? Procedendo all’acquisizione di Dropcam e Nest Labs. Un passo in avanti per il sogno della casa intelligente, con i vari dispositivi per gli interni manipolabili con un clic o con un comando touch. Ci sono i termostati che fanno tutto da soli, che una volta impostati regolano caldaia e condizionatori in base alla temperatura percepita all’esterno. E poi i rilevatori di fumo hi-tech: ma nello scorso aprile i prodotti sono stati ritirati, perché si spegnerebbero con un semplice movimento delle mani. Ancora Google ha poi deciso di entrare nel mercato dei controller di gioco per console e dei droni, con i modelli della Titan Aerospace, funzionanti a pannelli solari, in grado di volare ad alta quota e fornire dettagliate immagini della Terra.
E poi i Google Glass, certo. Ma qui Facebook non vuole darla vinta e nella scorsa primavera ha perfezionato l’acquisto di Oculus, in diretta concorrenza sul mercato futuristico dei visori per la realtà aumentata. Un oggetto che, si scommette, presto sarà indispensabile per ognuno di noi. Come pure potranno presto diventarlo tutti quei servizi in grado di tradurre da una lingua all’altra: è il caso di Jibbigo, cui serve un input vocale, o di Word Lens, che mediante la realtà aumentata traduce un cartello inquadrato dalla fotocamera di uno smartphone. C’è chi poi già sogna di dire addio a password e codici d’accesso: diventeranno semplici ricordi, con il riconoscimento facciale su cui lavorano le varie Viewdle, PittPatt e Face.com. Per finire con il mondo vario e a tratti eccentrico delle app: c’è quella che ti permette di fare un regalo virtuale a un tuo amico, quella che prevede i comportamenti sociali sulla base dell’utilizzo dello smartphone, quella che monitora la tua attività sportiva, conteggiando tipo di esercizio svolto, durata, e così via. Vi sembrano ammennicoli di quart’ordine? Sarà, ma finché Page, Brin e Zuckerberg punteranno i loro ingombranti risparmi, prima o poi ce li troveremo di fronte.