Iene sicule, Redazione, 27 VII 2016
Palermo – Il Procuratore Generale Roberto Scarpinato descrive -con grande onestà- cosa è diventata la “legalità”!
Dall’intervento del procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato il 19 luglio presso l’Aula Magna del Tribunale di Palermo (fonte bacheca facebook Etica Ribelle):
“Paolo era consapevole che c’era un problema preliminare e pregiudiziale, che non si stancava di ripetere nei suoi interventi pubblici: occorreva ricostruire la credibilità dello Stato. Borsellino era pienamente consapevole che agli occhi della pubblica opinione lo Stato veniva incarnato molto spesso da personaggi che erano non credibili, non presentabili, perché avevano costruito carriere politiche e fortune economiche scegliendo di convivere con la mafia.
Dopo le stragi del ’92-’93 l’antimafia ha fatto una grande promessa-scommessa: che fosse possibile finalmente coniugare legalità e sviluppo. Io penso che quella promessa è stata tradita e quella scommessa è stata perduta. I dati ISTAT ci dicono che la Sicilia è la regione più povera d’Italia e la regione in cui esiste il più alto tasso di diseguaglianza in tutta Europa. […]
C’è un fenomeno sottotraccia che va capito: la legalità va cambiando lentamente, in modo molecolare, il suo DNA interno. Se ai tempi di Paolo la legge, la legalità è quella che ti attribuiva diritti e te li garantiva, oggi avanza una nuova legalità. cosidetta “legalità sostenibile”, che condiziona i diritti ai diktat del mercato e i diritti te li depotenzia o te li toglie. […]
Oggi innanzi a masse giovanili condannate alla precarietà esistenziale e senza futuro, a masse popolari che vivono in una povertà sempre più ristagnante, a un ceto medio che si impoverisce, parlare della cultura della legalità come si parlava vent’anni fa è veramente perdente.
Questo chiama in causa le responsabilità della politica e anche il fatto che la questione meridionale è stata cancellata sostanzialmente dall’agenda politica e c’è un Sud restituito a se stesso, un ritiro progressivo dello Stato dalle sue postazioni. E laddove lo Stato si ritira i territori vengono restituiti alla dinamica delle forze locali. E le forze locali sono i padrini di un tempo che sono ancora i padrini di oggi.”