La Sicilia, 27 VI 2021
Dall’Imu al bollo auto, ecco le cento tasse che “pesano” sulle tasche degli italiani
L’ elenco stilato dall’ Ungdcec, l’ Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili
Dall’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sugli aeromobili all’addizionale comunale sull’Irpef, dall’addizionale erariale tassa automobilistica per auto di potenza sup. 185 kw all’addizionale regionale all’accisa sul gas naturale. E ancora l’addizionale regionale sull’Irpef e il bollo auto, i canoni su telecomunicazioni e Rai Tv e la cedolare secca sugli affitti (sia “normale” che “agevolata”). Senza dimenticare diritti archivi notarili e diritti catastali, diritti delle Camere di commercio e diritti di magazzinaggio.
Sono solo alcune delle principali imposte e tasse che ogni anno “pesano” sulle tasche degli italiani.
Secondo un elenco, non esaustivo, stilato dall’Ungdcec, l’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, per Adnkronos/Labitalia, sono infatti circa un centinaio le principali imposte a carico dei contribuenti. Naturalmente tali tasse non valgono per tutti i contribuenti, ma dipende dal tipo di attività svolta o dalla proprietà di immobili o veicoli. Una “giungla” di adempimenti in cui devono muoversi, oltre ai cittadini, anche gli intermediari, come appunto i commercialisti.
«Non solo abbiamo una idea di quante tasse gli italiani ogni anno pagano, ma per lavoro occorre anche calcolarle tutte. E vi assicuro che non è un’impresa semplice», spiega ad Adnkronos/Labitalia Matteo De Lise, presidente Ungdcec.
Secondo De Lise, «in primis, va chiarito che le tasse sono utili se i proventi derivanti riescono a tradursi in servizi efficienti per i contribuenti».
«A nostro modo di vedere, le principali imposte da revisionare sono quelle di natura regionale e comunale. In prima battuta, l’Irap per le aziende. Non concordo con l’ipotesi di sostituirla con ‘addizionali all’Ires o simili. Si tratterebbe esclusivamente di nuove imposte che sostituiscono le precedenti”, spiega ancora.
Ma ecco l’elenco delle principali tasse, stilato dall’Ungdcec: addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili; addizionale comunale sull’Irpef; addizionale erariale tassa automobilistica per auto di potenza sup. 185 kw; addizionale regionale all’accisa sul gas naturale; addizionale regionale sull’Irpef; bollo auto; canoni su telecomunicazioni e Rai Tv; cedolare secca sugli affitti (sia normale che agevolata); concessioni governative; contributo ambientale Conai (Consorzio nazionale imballaggi); contributi concessioni edilizie; contributi consorzi di bonifica; contributo Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei Rifiuti); Contributo solidarietà sui redditi elevati (Il contributo di solidarietà sui redditi elevati di importo superiore a 300 mila euro si applica nel periodo 2011-2016); contributo Ssn sui premi Rc auto; contributo unificato di iscrizione a ruolo (è dovuto un contributo per ciascun grado di giudizio nel processo civile e amministrativo); contributo unificato processo tributario; diritto albo nazionale gestori ambientali; diritti archivi notarili; diritti catastali; diritti delle Camere di commercio; diritti di magazzinaggio; diritti erariali su pubblici spettacoli; diritti per contrassegni apposti alle merci; diritti Siae; imposta catastale; imposta di bollo; imposta di bollo sui capitali all’estero; imposta di bollo sulla secretazione dei capitali scudati; imposta di registro e sostitutiva.
Inoltre: imposta di scopo; imposta di soggiorno; imposta erariale sui aeromobili privati; imposta erariale sui voli passeggeri aerotaxi; imposta ipotecaria; imposta municipale propria (Imu); imposta per l’adeguamento dei principi contabili (Ias); imposta plusvalenze cessioni azioni (capital gain); imposta provinciale di trascrizione; imposta regionale sulle attività produttive (Irap); imposta regionale sulla benzina per autotrazione; imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili; imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato; imposta sostitutiva sui premi e vincite; imposta sulla sigaretta elettronica (Imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo); imposta su immobili all’estero; imposta sugli oli minerali e derivati; imposta sugli spiriti (distillazione alcolica); imposta sui gas incondensabili; imposta sui giuochi, abilità e concorsi pronostici; imposta sui tabacchi; imposta sul gas metano; imposta sul gioco del Totocalcio e dell’Enalotto; imposta sul gioco Totip e sulle scommesse Unire; imposta sul lotto e le lotterie; imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef); imposta sul valore aggiunto (Iva); imposta sulla birra; imposta sulle assicurazioni; imposta sulle assicurazioni Rc auto; imposta Regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio e patrimonio indisponibili; imposta sulle patenti; imposta sulle riserve matematiche di assicurazione; imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax); imposta sull’energia elettrica; imposte comunali sulla pubblicità e sulle affissioni; Imposte sostitutive su risparmio gestito; imposte su assicurazione vita e previdenza complementare; imposte sul reddito delle società (Ires); imposte sulle successioni e donazioni; maggiorazione Ires società di comodo; nuova imposta sostitutiva rivalutazione beni aziendali; proventi dei Casinò; imposta sostitutiva rivalutazione del Tfr; ritenute sugli interessi e su altri redditi da capitale; ritenute sugli utili distribuiti dalle società; sovraimposta di confine su gas incondensabili (Sovraimposta di confine su gas incondensabili di prodotti petroliferi e su gas stessi resi liquidi con la compressione); sovraimposta di confine su gas metano (Sovraimposta di confine su gas metano, confezionato in bombole o altri contenitori, usato come carburante per l’autotrazione e come combustibile per impieghi diversi da quelli delle imprese individuali artigiane).
E ancora: sovraimposta di confine sugli spiriti; sovraimposta di confine sui fiammiferi; sovraimposta di confine sui sacchetti di plastica non biodegradabili; sovraimposta di confine sulla birra; sovrimposta di confine sugli oli minerali; tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili; tassa annuale unità da diporto; tassa erariale sulle merci imbarcate e sbarcate nei porti, rade e spiagge dello Stato; tassa emissione di anidride solforosa e di ossidi di azoto; tassa erariale e sbarco merci trasportate per via aerea; tassa occupazione di spazi e aree pubbliche Tosap (comunale); tassa portuale sulle merci imbarcate e sbarcate nei porti dello Stato; tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale; tassa regionale per il diritto allo studio universitario; tassa smaltimento rifiuti (Tari); tassa sulle concessioni regionali; tassazione addizionale stock option settore finanziario; tasse e contributi universitari; tasse scolastiche (iscrizione, frequenza, tassa esame, tassa diploma); tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente; Tributo speciale discarica.
Per De Lise, sul tema delle tasse è arrivata l’ora di un cambio di passo. «Sarebbe ora che snellissero il numero di “tasse da calcolare”, avendo il coraggio di eliminarne alcune, senza limitarsi a cambiare il nome. Sulla stessa lunghezza d’onda dovrebbe essere rivista l’imposizione sugli immobili, ovvero la ex Iuc, ormai solo Imu e Tari. Basterebbe una aliquota nazionale, e non una per ogni Comune. Andrebbe poi rivisto il sistema di imposizione diretta in maniera totalitaria e non solo per l’Irpef. Una riforma seria investe tutto il settore tributario e non ragiona per “pezzi”. Auspichiamo che il governo Draghi prosegua in tale intento», sottolinea De Lise.
Troppe tasse e adempimenti che non aiutano né i contribuenti né il lavoro degli intermediari. «Di certo confusione – sottolinea De Lise – non va a braccetto con semplificazione. Ogni tassa, va in primis, studiata da noi “intermediari”, e siamo molto più che intermediari, va spiegata al contribuente e poi, calcolata. Banalmente, più tasse sono, più adempimenti, calcoli ed F24 si dovranno fare. Al di là del parere tecnico, basta la semplice logica per rendersene conto», aggiunge ancora.
La riforma del fisco prevista dal Recovery plan diventa quindi più che un’urgenza e dovrà puntare, secondo De Lise, «su snellimento della burocrazia, facilità di calcolo e soprattutto riduzione del costo del lavoro. Abbiamo bisogno, in tempi di crisi, di facilità e velocità per la ripresa economica. La stessa ripresa passa per il lavoro e la creazione di valore che solo le imprese possono dare. Naturalmente, indirizzerei tali sforzi verso settori strategici e, soprattutto, verso i giovani, che devono essere il vero motore della ripresa nazionale», avverte. E in conclusione, per De Lise, occorrerebbe «rivedere totalmente l’imposizione diretta (Irpef, Ires) e le imposte regionali e comunali (Imu, Addizionali, Tari)».