Simonetta Agnello Hornby, La Stampa, 30 V 2022
Povera Londra, così la pessima gestione della pandemia ha trasformato la capitale inglese
Nelle strade della città abbondano senzatetto, mendi-canti e criminalità. Chi può va a vivere in campagna
C’è una data che indica quando il Coronavirus è stato riconosciuto nel Regno Unito: il 31 gennaio del 2020 (cioè 2 anni, tre mesi, tre settimane e 4 giorni al 25 maggio 2022, in cui scrivo). Quel giorno, in un albergo della città di York, una coppia di cinesi venuti dalla Cina, si sentirono male, marito e moglie, e dovettero essere ricoverati in ospedale. La diagnosi fu confermata quattro mesi dopo, il 24 maggio del 2020. Il resto è noto a tutti e fa parte della Storia: nel Regno Unito ci sono stati 28.716.214 (28 milioni e mezzo) casi confermati, 5 milioni ospedalizzati e 117.955 decessi. I malati di Coronavirus rappresentano il 22 per cento della popolazione della Gran Bretagna, che conta quasi 68 milioni di abitanti (67,886,011). Nelle quattro nazioni della Gran Bretagna (Scozia, Irlanda del Nord, Galles e Inghilterra) 31 milioni di persone sono state vaccinate – meno del 50 per cento della popolazione. Dunque, i contagi continuano in tutte le età, le classi sociali e le etnie.
L’intervento del Primo Ministro, il conservatore Boris Johnson è stato intermittente, irrisorio e superficiale. Come è lui. Basta seguire alla tv le sedute del Parlamento a Westminster, per notare che Johnson – uno sbruffone dalla parola facile e un certo charme sessuale da Falstaff, nonostante abbia frequentato le scuole dell’aristocrazia Eton College e Balliol College alla Università di Oxford – è dotato di una notevole memoria, ostenta la parola facile e piace a certe femmine. Le sue due ex mogli (la prima, conosciuta a Oxford, è italo-inglese), i figli adulti (non tutti riconosciuti da lui) e gli amici di lunga data sanno che di Boris non ci si può fidare, sia nella vita privata che in quella pubblica: è amorale e bugiardo. Nella sua residenza ufficiale Johnson ha tollerato – se non incoraggiato – festini e riunioni. Dapprima lo aveva negato ma adesso sembra di averlo accettato. Non mi sorprende che sia stato tra i primi personaggi politici a contrarre il Coronavirus.
Johnson ha voluto la ripresa economica della Gran Bretagna, e ha abolito tutte le precauzioni imposte negli ultimi anni, dall’obbligo di portare la mascherina, a quello di non partecipare a feste e riunioni. Oggi, a Londra e nelle province, giovani e anziani camminano per strada senza mascherina, si fermano in capannelli, chiacchierano, si toccano e si abbracciano; ristoranti, cinema, teatri e negozi sono affollati. Nella metropolitana, l’unico mezzo di trasporto che ha continuato a incoraggiare (ma non imporre – il governo non lo permette) l’uso della mascherina, i vagoni sono sovraffollati. E il Coronavirus, seppur indebolito, non desiste dal fare vittime.
Londra è cambiata enormemente, e così il resto della nazione. I costi della vita sono aumentati, dalle medicine alle verdure, al pane. I medici di base dal 2020 non hanno più visitato i pazienti; attraverso colloqui telefonici, indagano telefonicamente sui loro disturbi – sia giovani che anziani. Questi medici diagnosticano a distanza sugli anziani, dalle emorroidi alla mancanza di memoria, dalle ferite alle malattie della pelle, dalla sordità all’indebolimento della vista, e mandano alla surgery le prescrizioni mediche che il paziente – malato o febbricitante che sia – deve andare a prendere. Alcuni medici di base impiegano colleghi stranieri – africani, orientali, europei dell’est e sudamericani – che esaminano i pazienti che lo necessitano, faccia a faccia. Chi può permetterselo finanziariamente, va da medici privati; alcuni costano un patrimonio. Oggi, a Londra e nel resto dell’Inghilterra, i pensionati sentono di essere considerati un peso. Di recente i farmacisti sono diventati mini-medici curanti: basta un breve corso per insegnare a togliere il cerume delle orecchie, controllare i polmoni, le vene varicose e fare altre mini diagnosi. Dieci giorni fa, nello sgabuzzino di una farmacia, mi hanno tolto il cerume dalle orecchie, con il risultato che sento esattamente come prima – cioè le settanta sterline pagate sono andate a vuoto.
Durante i due anni di Coronavirus, tutti abbiamo sperato che prima o poi le cose sarebbero cambiate per il meglio. Invece no. Adesso c’è rabbia, ci sentiamo impotenti e presi in giro. Non ci fidiamo degli altri. In tutte le quattro nazioni del Regno Unito i poveri sono più poveri e meno in salute di prima. Siamo tutti insicuri. Non avevo mai notato tra gli inglesi diffidenza e paura sul futuro, sia tra i miei contemporanei che tra vecchi e giovani. Adesso tutti abbiamo paura, e a ragione. Vedo tra la gente tanta aggressione contenuta, tanta rabbia e tanta prepotenza, dapprima sconosciute. La sento anche io, la paura. E sento la paura di tanti altri cittadini, giovani e vecchi, femmine e maschi, neri e bianchi, musulmani, buddisti ebrei e cristiani – che non avevo mai visto o sentito prima – e che aumenta di giorno in giorno. I giovani temono il futuro più di tutti. La violenza per strada è aumentata e ha raggiunto punte inimmaginabili. In famiglia e nei condomini, gli abusi sui bambini e sulle persone fragili aumentano, da parte di parenti e di estranei. I giornali ne parlano costantemente. Alcuni degli aggressori sono giovani. I senzatetto, i drogati e i mendicanti un tempo non erano minacciosi. Adesso sì. E colpiscono. Famiglie con bambini scappano da Londra e dalla City, vogliono allevare i figli in campagna e lavorare attraverso i computer, è lo smartworking.
Vivo a Westminster, trenta metri dalla Cattedrale Cattolica e trecento metri da Buckingham Palace, la residenza ufficiale della Regina. Ogni giorno vedo sotto i portici di Victoria Street decine di persone sdraiate contro le vetrine dei negozi: i nuovi mendicanti. Chiedono cibo e denaro dai passanti. Alcuni urlano, e a volte bloccano la strada. La maggior parte sembra intontita – forse sono drogati. Altri hanno con loro un cane; un tempo avrei pensato che fosse per compagnia, per protezione. Adesso temo che possa essere utile nell’aggredire la vittima: il passante. I furti per strada sono aumentati visibilmente. Quando esco la sera, sono apprensiva. Quando vado al supermercato, sto attenta alla gente che mi si avvicina, giovani o anziani. Non è inconsueto che qualche mendicante mi chieda di comprare qualcosa per lui, e se non lo faccio mi segue. Talvolta ho paura del futuro. La hanno anche tanti inglesi. Non soltanto di quanto è successo e continua a succedere, ma della capacità del popolo britannico di mantenere l’United Kingdom quando sul trono non ci sarà più la regina Elisabetta, una gran donna.