Pietro Ivan Maravigna, QTSicilia, 5 VII 2020
IN RICORDO DI MAURO MELLINI
Pochi giorni dopo la scomparsa di Alfredo Biondi ci lascia anche Mauro Mellini un altro dei dei mostri sacri dell’avvocatura italiana (e deputato eletto nel collegio di Catania nella X legislatura) a cui mi lega un trentennale rapporto di devota amicizia e ammirazione. E non è bello vedere andare via da questo mondo figure carismatiche del garantismo italiano mentre il somaro Bonafede continua a sedere sulla poltrona di ministro di Grazia e Giustizia. L’ultima sua battaglia (e non poteva essere altrimenti) contro l’incredibile riforma dell’istituto della prescrizione che costringe i cittadini a rimanere”sotto processo” a vita.
Nel 2006 mi concesse un onore grandissimo chiedendomi di presentare a Pescara, al museo Vittoria Colonna, il suo libro “La fabbrica degli errori – Breviario di patologia giudiziaria”. Nel 1994 fu mio ospite a Catania al primo congresso provinciale del Coisp che aveva a tema le degenerazioni del pentitismo. Il suo memorabile intervento fece scappare dalla sala un “potentissimo “ magistrato catanese (che poco dopo avrebbe raggiunto il vertice dell’ANM) che pensava di essere venuto a fare passerella tra le forze dell’ordine. Il mio intervento mi alienò parecchie simpatie in Procura a Catania…. ( tra i commenti inserisco il link dell’evento ripreso da Radio Radicale dove ho non senza commozione riascoltato il mio intervento è quello, altissimo, di Mauro).
Ho appreso la triste notizia dalla bacheca del figlio che così schiettamente ci informa: “Poco dopo la mezzanotte di oggi, Domenica 5 Luglio si è spento presso l’ospedale Gemelli a Roma all’età di 93 anni mio padre Mauro Mellini, fondatore del Partito Radicale, Deputato della Repubblica Italiana nella VII, VIII, IX e X legislatura. Eletto nel 1993 in seduta comune dal Parlamento membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Ne do comunicazione pubblica, nel ricordo della figura integerrima e coerente di uomo politico e avvocato. La sua lotta per i diritti ed il Diritto non ha conosciuto sosta fino agli ultimi giorni di vita.” La mia promessa è quella di continuare quella tua lotta ogni mattina che indosserò la Toga.
Un breve estratto dal suo libro “Il partito dei magistrati”: “Del “partito dei magistrati” […] non fanno certo parte tutti i magistrati, né tutti quelli che ne fanno parte sono coscienti di tale appartenenza. Ne fanno parte anche dei “laici”, politici e politicastri e, soprattutto, giornalisti, in un ruolo, si direbbe, di “ausiliari”. In compenso questo partito è egemone, oramai, rispetto alla magistratura nel suo complesso, anche in forza di un certo mal concepito spirito di solidarietà che vincola anche molti recalcitranti. Quelli che, oltre a non riconoscersi nel partito, ne avvertono il carattere abnorme e la pericolosità, sono pressoché totalmente emarginati, quando non preferiscono mimetizzarsi e rendersi irriconoscibili. “Una pluralità di tendenze, di metodi e di obiettivi consente pure forme così accentuate di polimorfismo, tali che molti autentici e coscienti militanti del Partito dei Magistrati si considerino, al contempo, appartenenti a partiti, per così dire, (visto che i partiti italiani sono tutti di assai recente formazione), tradizionali.”
Pietro Ivan Maravigna