La Sicilia, 11 VIII 2023
Gestione aeroporti, Belcuore: «Ci vuole una regia unica regionale»
Intervista al commissario della Camera di commercio del Sud-Est, socio di maggioranza della Sac
L’emergenza di Fontanarossa è servita, quanto meno, a fare comprendere a tutti un concetto per nulla scontato fino a un mese fa: è arrivato il momento di mettere mano urgentemente ad una regia unica regionale degli aeroporti. Che nell’immediato non vuol dire per forza privatizzazione. Servono un coordinamento regionale che sia unico interlocutore delle compagnie aeree per avere più forza contrattuale; sistemi informatici degli scali che dialoghino fra loro; collegamenti diretti efficienti». Parola di Antonio Belcuore, commissario della Camera di commercio del Sud-Est, socio di maggioranza della Sac, la società di gestione dell’aeroporto etneo che controlla anche quello di Comiso.
Cosa ha insegnato l’emergenza?
«Che non si è mai preparati alle emergenze pur facendo il massimo. L’incendio è stato gestito bene, l’intervento è stato immediato. Il fumo, purtroppo, non è controllabile. Per il resto, da cittadino e da socio di maggioranza della Sac ho apprezzato la decisione dei vertici di mantenere la continuità dello scalo. Sarebbe stato più comodo chiuderlo fino a quando non fossero arrivate le autorizzazioni degli enti di controllo. Invece si è scelto responsabilmente di mantenere, pur nelle difficoltà, le vacanze e le attività turistiche dell’Isola. Management e personale hanno fatto l’impossibile per gestire l’emergenza».
Ma sono piovute critiche da tutti…
«Il terminal A è stato chiuso per tre settimane e nel terminal C, che è attrezzato per 6 voli al giorno e per 200 persone l’ora, si sono ritrovati improvvisamente a gestire 3.500 persone l’ora. Poi è stato lungimirante coinvolgere l’Esercito e l’Aeronautica».«Comunque i sistemi informatici sono andati in tilt, le operazioni si sono fatte a mano, spostarsi da uno scalo all’altro per prendere il volo dirottato è stata un’odissea. Questo non succederebbe con un sistema regionale come in Lombardia, Veneto e Puglia.«Bisogna guardare al sistema della Puglia e ripensare quello della Sicilia. La Sac nacque come società in house della Camera di commercio, poi divenne una spa. Le varie attuali società di gestione degli aeroporti siciliani nacquero in un altro momento. Lo scalo di Catania era già piccolo quando fu inaugurato. Secondo me, dopo questi fatti è giunto il momento che la Regione metta in rete il sistema degli aeroporti siciliani, affinchè le compagnie aeree abbiano un unico interlocutore capace di avere più forza contrattuale e di trattare più efficacemente su rotte, frequenze e prezzi. Questa esperienza ha anche dimostrato il ruolo strategico di Comiso e come sia stato giusto incorporarlo nella Sac. Inoltre, è stata utile per favorire l’ulteriore consolidamento dei rapporti con Palermo e Trapani. Quindi, ci sono tutte le condizioni per una regia unica regionale degli scali».
Questo significa privatizzazione?
«Le esperienze migliori di gestione degli aeroporti in Italia sono quelle privatizzate. Ogni società farà i propri passi in tal senso nominando un advisor. La Sac a settembre riceverà dal proprio advisor i risultati della valutazione delle quote societarie, per stabilire il valore da mettere sul mercato. Ma nell’immediato serve un coordinamento regionale degli aeroporti».
Come giudica le parole dell’A.d. di Ryanair contro il decreto sul caro-voli e contro il governatore Schifani?
«La Sicilia per Ryanair rappresenta un traffico turistico e commerciale serio, pari a 4 milioni di viaggiatori l’anno. La compagnia tende sempre ad alzare l’asticella per ottenere qualcosa di più. Esprimo la mia totale solidarietà al presidente Schifani che si è intestato una battaglia coraggiosa e giusta. Devo anche osservare che i prezzi dei biglietti durante l’anno non sono gli stessi dei periodi di Natale, Pasqua e Ferragosto. Per questo il governo nazionale vuole riequilibrare i prezzi dei voli. Il governo, cioè, è orientato a esercitare un controllo reale dei prezzi, cosa che non è stata mai fatta nei 20 anni precedenti cosa che ci portò, subito dopo l’euro, ad avere il raddoppio dei prezzi. Dunque, alla politica compete di garantire Sicilia e Sardegna quando la domanda si fa più alta.
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La tesi degli aeroporti siciliani sottoposti (similmente a quelli pugliesi) a direzione e coordinamento di un unico soggetto gestore è stata esplorata già nel 2013, nell’ambito di un master in materia di management aeroportuale (si accede all’elaborato finale cliccando sulla foto in alto). E ancor prima, in via generale, nel contesto di una pubblicazione del 2011 del prof. Vincenzo Fasone [NdS]