La legge per tutti, 28 X 2018.
Multe: non c’è più bisogno di notificarle
Contravvenzioni stradali: la notifica della cartella di pagamento sana l’omessa notifica del verbale.
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Ha fatto discutere – e lo farà ancora per molto – la pronuncia di questi giorni della Cassazione [Ord. n. 26843/2018 del 23.10.2018] secondo cui la multa stradale mai notificata è valida se l’automobilista riceve comunque la successiva cartella esattoriale. Non basta, secondo la Corte, impugnare la cartella affidandosi solo al vizio di omessa notifica del verbale ma bisogna anche indicare le ragioni per quali quest’ultimo era da ritenersi invalido. In buona sostanza, la Corte – che peraltro si richiama a un precedente delle stesse Sezioni Unite [sent. n. 16282/2016, n. 15149/2005] – non fa che dire che le contravvenzioni per violazioni del codice della strada, seppure non notificate, sono ugualmente valide. Il risultato è paradossale: da oggi non c’è più bisogno di notificare le multe. Se il Comune non lo fa, può ugualmente riscuotere i soldi. Ma perché mai si è arrivati a questa assurda conseguenza? E perché la Cassazione calpesta così platealmente il diritto del cittadino? In questo modo si perde per sempre la possibilità di pagare con lo sconto del 30% nei primi cinque giorni dalla notifica della contravvenzione? Procediamo con ordine e facciamo un passo indietro.
Abbiamo lanciato il sasso nello stagno quando, all’indomani della pubblicazione dell’ordinanza della Suprema Corte, abbiamo scritto “Multe non notificate: sono tutte valide”. I giornali ne hanno parlato solo di striscio, senza peraltro mettere in evidenza le conseguenze che tale orientamento è suscettibile di produrre e che ha già prodotto per alcuni sfortunati automobilisti. Per capire la questione sotto un aspetto pratico, facciamo un esempio.
Luca ancora non lo sa ma, nel corso di uno dei suoi ultimi viaggi sulla statale, è finito nella trappola dell’autovelox. Il Comune dovrebbe notificargli la multa, ma qualcosa va storto: un errore di digitazione nel terminale della polizia e la raccomandata non parte mai. Ciò nonostante il Comune continua a ritenere di avere un credito verso Luca e pertanto delega l’Agente della Riscossione locale a recuperare la somma. L’esattore fa partire la cartella esattoriale. Questa volta la busta arriva a destinazione ma ovviamente Luca cade dalle nuvole: «Non ho mai ricevuto alcuna multa» si lamenta all’ufficio competente. “Se avessi avuto copia del verbale per tempo l’avrei pagato subito, magari con lo sconto del 30%, evitando così sanzioni e gli interessi». Interessi che non sono poca cosa: Luca infatti ha ricevuto una cartella di oltre mille euro visto che ogni sei mesi scattano interessi pari al 10%. Peraltro Luca sostiene che la multa potrebbe anche essere illegittima ma, non avendola mai vista, non può fare la verifica. Così si fa assistere da un avvocato e presenta ricorso al giudice di pace contro la cartella esattoriale. Ebbene: chiunque dotato di logica è portato a ritenere che Luca vincerà la causa. Ma non è così.
Secondo la Cassazione, se Luca si limita a contestare, nel proprio ricorso, l’omessa notifica del verbale perderà il giudizio. Per vincere, invece, egli deve anche indicare le ragioni per cui il verbale – quello originario che non ha mai ricevuto – deve ritenersi illegittimo. Questo perché l’opposizione contro la cartella serve a recuperare (proprio così dice la Corte) la possibilità del ricorso contro la multa. Ma, in tal caso, deve anche spiegare i motivi di illegittimità del verbale.
Ma come fa Luca a contestare un verbale che non ha mai ricevuto? Non solo. Tra la contravvenzione e la data di ricevimento della cartella possono passare anni, tempo sufficiente per disperdere le prove e alterare lo stato dei luoghi. Pensa ad esempio all’assenza del cartello che indica il controllo elettronico della velocità, successivamente apposto dal Comune.
Insomma, secondo la pronuncia della Cassazione, la notifica della cartella sana l’omessa notifica della multa. Con il risultato aberrante che, se l’automobilista non ha nulla da contestare contro il verbale, la semplice impugnazione della cartella per omessa notifica dell’atto “prodromico” (ossia il verbale) va rigettata. E non importa che, così facendo, il Comune abbia tolto al cittadino la possibilità di pagare con lo sconto del 30% o che gli abbia addossato i costi della procedura di riscossione e gli interessi.
Insomma, a detta della Corte, da oggi in poi non c’è più bisogno di notificare le multe: il Comune può riscuotere ugualmente nonostante il vizio fondamentale del procedimento.
Chiaramente i Comuni non aspettano altro: assetati di soldi come sono, avevano proprio bisogno di una sentenza del genere per fregare ancor di più gli automobilisti.
Si potrà certo dire che, tanto, una volta ogni dieci anni, arriva una sanatoria per le multe stradali a salvare capra e cavoli. Ma c’è anche chi preferisce pagare perché non ama avere debiti. Allora «ben gli sta!», stanno suggerendo le istituzioni.
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Tra i commenti più emblematici, quello conclusivo di Giovanni Ruggiero (in “Ci vogliono in mutande – La sentenza che rapina gli italiani”, Libero Quotidiano del 30 X 2018): “Una pacchia per i comuni e tutti gli enti che da autovelox e telecamere fanno cassa sulla pelle dei contribuenti… Insomma non resta che pagare, anche quando la multa è ingiusta“.