Laura Distefano, Live Sicilia CT, 8 X 2020
CONSIGLIO GIUDIZIARIO: ECCO I MAGISTRATI ELETTI
Il Consiglio Giudiziario di Catania si rinnova. I magistrati del distretto catanese (che comprende anche Ragusa, Siracusa e Ragusa) hanno scelto i nuovi componenti dell’organismo che può essere definito una sorta di articolazione territoriale del Csm. Per utilizzare un gergo tecnico è un “organi ausiliario” del Consiglio superiore della magistratura.
Le funzioni del Consiglio Giudiziario
I consigli “su numerose materie e provvedimenti di competenza del Csm esprimono motivi parere, fornendo elementi fondamentali per il corretto esercizio dei poteri del Csm, poiché il consiglio ha una conoscenza diretta del magistrato o dell’ufficio interessato”.
Gli eletti della Lista Unicost
Dalla lista Unicost sono stati eletti tre dei quattro seggi destinati ai magistrati giudicanti e uno tra i pm: per la precisione Nicola La Mantia, giudice del Tribunale di Catania, Antonio Fichera, consigliere della Corte d’Appello di Catania, e Alessandro Ricciardolo, giudice del Tribunale di Catania e Barbara Tiziana Laudani,sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Catania.
Eletti lista A&I e Area
Due invece gli eletti della lista Autonomia e Indipendenza e Area, che sono per i giudicanti la giudice del Tribunale di Siracusa Carla Adriana Frau e per i requirenti Alessandro Sorrentino, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Catania.
Magistratura onoraria
In seno alla magistratura onoraria, i componenti eletti sono sono Manuela Teresa Maria Cardillo, guidice onorario di pace nel Tribunale di Catania, Antonio Cannata, giudice onorario di pace nel Tribunale di Siracusa, Angela Anello, vice procuratore onorario della Repubblica di Catania.
Avvocatura
Per l’avvocatura i componenti designati dal Consiglio Nazionale Forense sono gli avvocati Rosario Pezzino del Foro di Catania e Massimo Carpino del foro di Siracusa. Il consiglio universitario nazionale ha designato il professor Giuseppe Chiara.
L’elezione
Un’elezione che arriva in un momento di forte crisi della magistratura, non sono dal punto di vista “esterno” e quindi della fiducia dei cittadini verso l’istituzione, ma anche “interna” agli stessi magistrati.
Il caso Palamara ha segnato, nel bene e nel male, uno spartiacque sul “ruolo” e sul “peso” del correntismo e dell’associazionismo all’interno del sistema Giustizia.
Molte candidature sono frutto dello “spirito di servizio” anche di giovani magistrati che, invece di restare chiusi nelle proprie stanze ad elencare cosa non funziona, vuole dare il proprio “contributo” per avviare una nuova epoca del sistema Giustizia in Italia.