Antonio Lodetti, Il Giornale, 23 XI 2021
Addio Pietrangeli cantore folk
«Caro Paolo, chi ha compagni non morirà». Così scrive Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista ricordando il cantautore Paolo Pietrangeli, artista militante scomparso ieri a 76 anni. Cantante impegnato come pochi altri, di lui si ricorda soprattutto Contessa, l’inno militante della sinistra rivoluzionaria che incitava minaccioso: «Compagni dai campi e dalle officine/ prendete la falce portate il martello/ scendete giù in piazza picchiate con quello/ scendete giù in piazza affossate il sistema». Parole dure, parole di battaglia che infuocarono gli studenti rivoluzionari del ’69 e il movimento di lotta operaio.
La canzone è rimasta un inno per la sinistra nostalgica ed è stata ripresa da numerosi artisti, celebre la versione «combat folk» dei Modena City Ramblers. Duro e puro, Pietrangeli veniva chiamato dagli amici il gigante buono, e ha diviso la sua carriera tra musica, impegno politico e civile e anche regia cinematografica e televisiva. Nonostante il suo credo, fu per anni regista alla Fininvest di programmi come il Maurizio Costanzo Show, per non farsi mancare niente, ma nessuno ha mai detto nulla sulla sua coerenza.
Figlio d’arte (il papà è il regista Antonio Pietrangeli), già nel 1961 è attivo nella musica popolare militando nel Nuovo Canzoniere Italiano con brani folk e della tradizione popolare italiana. Pietrangeli si può definire il Woody Guthrie italiano, anche se non poteva vantare l’immenso repertorio del cantante americano che portava sulla sua chitarra la scritta «This machine kills fascists», questa macchina uccide i fascisti.
Già prima di Contessa Pietrangeli si era impegnato nelle lotte studentesche partecipando attivamente al Movimento e scrivendo un brano, Valle Giulia, che documenta i primi scontri tra studenti e polizia. Sono i tristemente famosi scontri dell’1 marzo 1968, quando, appunto a Valle Giulia, a Roma, si fronteggiarono studenti e poliziotti, dando il via al movimento rivoluzionario. «Non siam scappati più / non siam scappati più» diceva trionfalmente il ritornello del pezzo che raccontava e preconizzava un lungo periodo di battaglie e di violenza. Pietrangeli ha composto numerosi brani tra cui l’inno di Rifondazione comunista, e se viene ricordato principalmente per Contessa che si può definire, per l’incedere armonico-ritmico, al di là dei contenuti, un classico della nostra canzone popolare, Pietrangeli ha scritto diversi album dai significativi titoli come Mio caro padrone domani ti sparo targato 1969 fino a sconfinare nel jazz nel 2015 con Paolo e Rita insieme alla pianista jazz Rita Marcotulli. Nel 2008 la casa editrice Ala Bianca – nota per le sue ricerche in ambito folk e popolare – pubblica una raccolta di Pietrangeli dal titolo “Antologia” che contiene una cinquantina di brani dell’artista con cinque inediti tra cui La questione meridionale e Dibattito sulle sorti della sinistra e mozioni contrapposte in una notte desolata.
Sul finire degli anni Sessanta, grazie al suo impegno e alla sinistra imperante nel mondo culturale, si dedica anche al cinema diventando aiuto regista per personaggi quali Bolognini, Visconti e Fellini. Debutta come regista nel 1974 con il documentario Bianco e nero, che indaga sul mondo neofascista da lui tanto odiato. Tra i suoi film la versione cinematografica di Porci con le ali (1977) e I giorni cantati (1979) cui partecipa anche il suo amico Francesco Guccini, la cui rivoluzionaria “La locomotiva” è considerata dagli studiosi di musica popolare la più bella ballata folk italiana. Sempre attento alle questioni sociali, gira anche Genova per noi, indagine sui tragici fatti del G8.
Progressivamente Pietrangeli abbandona musica e regia cinematografica e passa a quella televisiva, dedicandosi a programmi di intrattenimento come Maurizio Costanzo Show e persino il talent Amici di Maria De Filippi. Non dimentica però le sue origini e si candida due volte alla Camera con Rifondazione comunista (senza venire eletto) e ancora nel 2018 con Potere al popolo, dopo aver militato per un breve periodo in Sel di Nichi Vendola.