Lucio Di Marzo, Il Giornale, 31 X 2013.
Un elettricista alla Camera prende fino a 140mila euro l’anno.
Se i vertici delle istituzioni prendono quanto i top manager, a Montecitorio non possono lamentarsi neppure i barbieri.
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All’interno di un’azienda esistono notevoli differenze nella retribuzione della base e del vertice. Il dato è assodato.
Se si considera una società come Fiat – i numeri li riporta il Corriere – lo stipendio di Sergio Marchionne vale circa 1.037 volte quello di un dipendente medio.
Che una forbice così ampia tra i top manager e i lavoratori comune sia giusta o meno, sembra che la situazione si possa riproporre, corrette le cifre, nella maggior parte delle società italiane. Fa eccezione soltanto un posto di lavoro: la Camera dei Deputati.
Se le cariche che a Montecitorio svolgono una funzione assimilabile a quella di un amministratore delegato entrano con uno stipendio che supera i 400mila euro lordi l’anno (più indennità di funzione), non guadagnano di meno neppure le persone che hanno un ruolo non dirigenziale.
Gli operatori tecnici, che per chiarire comprendono una serie di funzioni, che vanno dall’elettricista al barbiere dei deputati, vengono assunti con uno stipendi annuo di 30mila euro lordi, che cresce con gli anni. Così, dopo i primi dieci hanno più di 50mila euro in busta paga e a fine carriera (40 anni di anzianità) possono arrivare a 136mila.
Una situazione che rivela una sproporzione notevole rispetto al resto del Paese, dove un lavoratore medio – ricorda ancora il Corriere della Sera – prende poco meno di 20mila euro lordi l’anno, al netto dell’evasione.