Staffetta Quotidiana, 14 IV 2016.
RETITALIA, SALTO NEL BUIO
L’attenzione con cui è stata letta a partire da ieri mattina la notizia delle dimissioni del CdA di Retitalia la dice lunga sull’importanza assunta da questa entità consortile nella rete carburanti italiana.
Dopo l’infruttuoso tentativo tra il marzo ed il settembre 2005 di una trentina di retisti che, su iniziativa di Enrico Risaliti, si erano uniti nella speranza, risultata poi ambiziosa, di acquisire dall’Agip la rete IP, il cambio di ruolo è avvenuto nel corso degli anni via via che venivano a scadenza gli impianti di convenzionamento in capo ai suoi soci, cui seguirono l’accordo commerciale e di partnership del maggio 2006 con la stessa Api riguardante circa 700 impianti, l’acquisto del marzo 2012 di 66 impianti della Esso posizionati nelle province di Verona e Vicenza e la decisione nel 2014 di abbandonare il marchio IP e passare ai colori Esso o direttamente al brand Retitalia.
Il tutto sotto la regia a partire dal luglio 2006 di Marcello Lanzafame, uomo di lungo corso nel mercato petrolifero italiano con alle spalle (classe 1945) ruoli di crescente responsabilità prima alla Shell Italiana (dal 1970), poi alla stessa IP e infine in Agip Petroli. Uno che il mestiere lo conosce bene e quando parla di prezzi, margini, rete, extra-rete, rapporti contrattuali è in grado di dare punti a molti (basta leggere le interviste concesse alla staffetta il 23 marzo 2012 e 22 maggio 2014). Ascoltato e seguito senza colpo ferire nelle sue scelte e decisioni da tutti i soci e non solo.
Fino a qualche mese fa quando, su pressione delle incognite e delle preoccupazioni che stanno lacerando il mercato dei carburanti, il rapporto di fiducia che durava da dieci anni si sarebbe improvvisamente guastato al punto da imporre la necessità di un rinnovo immediato nel vertice di Retitalia. Lanzafame in testa, con una verifica approfondita del “modus operandi” della società.
Un fatto traumatico, considerato il ruolo che i retisti indipendenti hanno assunto in Italia nella distribuzione dei carburanti e, al loro interno, la posizione raggiunta da Retitalia, in testa alla classifica degli impianti presenti nella banca dati dell’Osservatorio prezzi caburanti del Mise. Con il rischio, da non sottovalutare, di un salto neo buio che potrebbe portare alla dissoluzione stessa di questo consorzio. Tutto il contrario di chi punta invece sul suo rilancio e su un suo riconsolidamento, anche con l’apporto, se necessario, di nuove risorse.