Mimmo Trovato, La Sicilia, 21 VII 2023
Caos voli in Sicilia e Musumeci mette il dito nella piaga:
«Sei aeroporti e sei società di gestione. Troppe»
Ancora disagi negli aeroporti siciliani dopo il rogo, il 16 luglio scorso, nel Terminal A dello scalo di Catania: le strutture sono sotto stress con lunghe code e attese, mentre si aspetta ancora la data del possibile uso della base militare di Sigonella.
Intanto Enac, Sac, vigili del fuoco e Protezione civile hanno eseguito un sopralluogo nel Terminal B per verificarne l’utilizzo. A Palermo i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl protestano contro Enac e Gesap, società che gestisce lo scalo, dicendosi «estremamente preoccupati» per i dipendenti perché «in queste condizioni si continua a mettere a rischio l’incolumità di lavoratori e passeggeri».
Sui disservizi le associazioni di consumatori ipotizzano il ricorso a denunce e a richieste di risarcimenti danni. Il Codacons annuncia la creazione del ‘Comitato utenti vittime caos aeroporti Sicilià. L’Adoc segnala «viaggiatori e turisti lasciati alla mercé, senza informazioni e servizi» oltre a «file sono interminabili». La presidente Anna Rea parla di «situazione vergognosa non da Paese civile», con «condizioni indegne per i viaggiatori» e contesta che «a questa ennesima situazione emergenziale non si sta rispondendo con azioni altrettanto straordinarie da parte di tutti gli attori responsabili, dalle Istituzioni nazionali a quelle regionali, fino alle società di gestione aeroportuali e alle compagnie aeree».
Tra le vittime dei disservizi legati al rogo di Fontanarossa anche una paziente oncologica residente a Ravenna, che doveva rientrare per sottoporsi a una seduta di chemioterapia, che non ha avuto assistenza a Comiso. «Durante l’attesa – afferma il Codacons che ha ricevuto la segnalazione – la signora ha tentato di acquistare una bottiglietta d’acqua al bar interno all’aeroporto, ma era costretta ad attendere a lungo il proprio turno in quanto erano in fila ben 857 persone. Inoltre all’interno dell’aeroporto non c’erano né aria condizionata né scale mobili, causando grande disagio». Due studentesse universitarie di Enna, tornate a casa da Padova con un volo decollato da Venezia, sono rimaste a terra al Pio La Torre perché «c’era solo una navetta per 40 persone e sul bus di linea che non ci hanno fatto salire perché eravamo senza contanti e non avevano il pos per il bancomat». Lasciate a terra nello scalo sono riuscite ad arrivare a Catania con l’autobus successivo.
Per l’ex presidente della Regione, il ministro Nello Musumeci, in Sicilia, oltre all’emergenza, «c’è il problema di rendere omogenee le società di gestione: sei diverse per altrettanti aeroporti mi sembra una esagerazione, siamo un popolo di individualisti noi siciliani, ma fino a questo punto….».
Per Annalisa Tardino, eurodeputata siciliana della Lega e commissaria regionale del partito,
componente della commissione Trasporti al Parlamento europeo, «l’emergenza ha messo in evidenza gravi criticità», ma, aggiunge, «centri di interesse e certa politica locale hanno negli anni impedito di creare un sistema regionale a regia unica, in grado di migliorare ricettività e competitività del trasporto aereo dell’Isola, nonché di gestire situazioni del genere».
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La tesi degli aeroporti siciliani sottoposti (similmente a quelli pugliesi) a direzione e coordinamento di un unico soggetto gestore è stata esplorata già nel 2013, nell’ambito di un master in materia di management aeroportuale (si accede all’elaborato cliccando sulla foto in alto). E ancor prima, in via generale, nel contesto di una pubblicazione del 2011 del prof. Vincenzo Fasone [NdS]