Sebastiano Garifoli*, Gazzetta Rossazzurra, 28 I 2023
Dai Mattarella ai La Russa, quando la politica è Passione
La Sicilia come identità, l’Italia come missione
Batte cuore siciliano nei rappresentanti delle due più alte cariche dello Stato, Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, e Ignazio La Russa, Presidente del Senato. Entrambi condividono, da conterranei, il legame per la nostra isola a cui hanno sempre prestato viva attenzione, risaltandone, ad ogni occasione, il permanente attaccamento ai luoghi d’origine, conservando e mantenendo vivi ricordi, storie e tradizioni della terra natia. Sono anche associati da analoghe e straordinarie storie politiche familiari, a tratti parallele, talvolta incrociate, pur nelle differenti connotazioni con cui i rispettivi genitori, Bernardo Mattarella e Nino La Russa, hanno dato vita al proprio percorso politico.
Animati da un’idea nobile del loro rispettivo pensiero, il padre del Presidente Mattarella e quello del Presidente La Russa, sono pure accomunati dalla condivisione di una profonda e autentica vocazione per la politica, sistematicamente profusa per rendere testimonianza di valori e idee in cui essi hanno creduto, in cui si sono riconosciuti sin dalla loro età giovanile. Per tutto questo, alla fine della seconda guerra mondiale sono stati tra i primi a riproporre in Sicilia, ciascuno nel territorio di appartenenza, il ritorno del proprio partito di riferimento per dare continuità e diffusione agli ideali professati ancor prima del conflitto. Una passione, quella per la politica, nata nei luoghi di origine, parti della provincia siciliana, che gradualmente è approdata nel capoluogo dell’isola e nella capitale del paese, ove anche allora risiedevano i centri decisionali di tutto il sistema politico.
Bernardo Mattarella, classe 1905, è ascritto tra i fondatori della Democrazia Cristiana in Sicilia unitamente a Salvatore Aldisio, Giuseppe Alessi, Mario Scelba ed altri, divenendone un esponente di primo piano, tanto da essere chiamato a far parte dell’Assemblea Costituente. Eletto nella circoscrizione della Sicilia Occidentale, intraprende una lunga vita parlamentare e di governo alla Camera dei Deputati che si arresta nel marzo del 1971, per la sua improvvisa scomparsa. Nino La Russa, classe 1913, appena rientrato dal campo di prigionia inglese, istituisce a Paternò una sezione del Movimento Sociale Italiano che, unitamente a quella di Acireale per iniziativa di Cristoforo Filetti, risulterà tra le prime ad essere fondate in Sicilia. Diviene un dirigente di partito in sede provinciale e a livello centrale, assumendo la carica di consigliere comunale di Paternò e, successivamente, quella di rappresentante al parlamento nazionale. Alle elezioni politiche del 1972, viene eletto al Senato della Repubblica nel Collegio di Catania II, ove siederà ininterrottamente fino al 1992, sempre eletto con largo suffragio di consensi. In precedenza, nell’ultimo scorcio della II legislatura, agli inizi del 1958, era divenuto parlamentare della Camera dei Deputati (ove già sedeva Bernardo Mattarella) per essere subentrato a Gennaro Villelli.
La presenza di Nino La Russa a palazzo Montecitorio viene accolta dai paternesi con senso di compiacimento, tanto che l’allora sindaco, il democristiano Barbaro Lo Giudice che rivestiva, pure, la carica di deputato e assessore regionale, promuove repentinamente, con sensibilità e “garbo istituzionale”, una cerimonia pubblica in onore del neo deputato che vi presenzia, non appena rientrato da Roma al termine delle prime sedute d’aula. Pare che il treno avesse accumulato notevole ritardo in quell’occasione, ed il sindaco Barbaro Lo Giudice rimase ad attendere pazientemente dinanzi Palazzo Alessi, anche allora sede comunale, per poi andare incontro al neo deputato al fine di porgergli le congratulazioni personali e quelle dell’amministrazione comunale, esprimendogli il sentimento diffuso nell’intera cittadinanza, che riteneva la carica appena assunta da Nino La Russa “motivo di orgoglio” per l’intera comunità di Paternò, come ricordava Turi Spampinato, devoto amico di Nino La Russa.
Una breve permanenza, quella alla Camera dei Deputati, a cui Nino La Russa attribuiva un significato straordinario per essere stata una esperienza intensa, vissuta in un momento politico particolare all’insegna della forte e animata contrapposizione dialettica che il MSI, il suo partito, intratteneva con gli altri schieramenti politici, in particolar modo con il Partito Comunista Italiano che, talvolta, trascendeva anche nello scontro fisico, perfino dentro le stesse aule parlamentari. Come lo stesso raccontava, quasi divertito, in occasione di una seduta d’aula si trovò dinnanzi il vivace ed impulsivo Giancarlo Pajetta, deputato del PCI che, dopo avere raggiunto il settore riservato ai rappresentanti del MSI, tentava di indirizzargli un cazzotto esclamando: “tu chi sei?” prima di ritrarre prontamente il braccio, dopo averlo riconosciuto.
In occasione della campagna elettorale amministrativa di Paternò del lontano 1956, competizione movimentata dalla marcata disputa tra le liste allora in campo in cerca di consensi presso l’elettorato (che registrò l’insolita fugace apparizione del magnanimo benefattore comm. Michelangelo Virgillito, intervenuto con un pubblico discorso, tenuto in piazza Indipendenza, senza manifestare esplicitamente la parte politica per cui parteggiasse) il primato se lo contesero la DC, guidata da Barbaro Lo Giudice e Nino Lombardo, che si alleava, nell’occasione, con il PSDI con la lista denominata “Scudo Crociato e Sole Nascente”, e la lista civica capeggiata da Nino La Russa (unitamente al sindaco uscente Gaetano Pulvirenti) denominata “Campanile con Stella”. Considerato l’altissimo grado di competizione, nell’occasione si mobilitarono i massimi esponenti del partito, e proprio Bernardo Mattarella, deputato e dirigente nazionale della DC, intervenne personalmente e dal balcone di palazzo Milone, si rivolse alla folta folla intervenuta in Piazza Indipendenza, ove probabilmente era presente anche Nino La Russa, al fine di ascoltare i contenuti delle tesi avverse: ulteriore singolare coincidenza, questa, ad evidenziare quella sottile linea che ha legato le due famiglie, sin da allora.
La storia della famiglia Mattarella e quella di La Russa oscilla tra passato e presente, tra quella trascorsa, legata ai capostipiti e quella sopraggiunta che ha visto i loro discendenti proseguire in maniera continua l’impegno politico con intransigenza, con crescente gradualità, con lo spirito ideale ereditato dai loro predecessori, evolvendone il pensiero ai tempi sopravvenuti. Piersanti Mattarella, il figlio maggiore di Bernardo, è stato di fede democristiana e seguace del pensiero di Aldo Moro. Ha rivestito la carica di consigliere comunale di Palermo, prima, e di deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, dopo, chiamato a svolgere le funzioni di assessore e quelle di Presidente della Regione Siciliana, incarico, quest’ultimo, che ricopriva al momento della sua vile uccisione, il 6 gennaio 1980, per mano mafiosa. Diversi settori della DC, della società civile e culturale siciliana auspicarono il proseguimento della lungimirante azione politica di Piersanti Mattarella e, per questo, sollecitarono il fratello Sergio, da sempre impegnato nell’insegnamento universitario, a dare continuità al progetto di rinnovamento della Sicilia avviato dal compianto congiunto. Dopo una iniziale fase di comprensibile titubanza, Sergio Mattarella entra a far parte della direzione nazionale della DC. Nel 1983 si candida alle elezioni nazionali, nella circoscrizione della Sicilia occidentale, risultando eletto con ampia maggioranza di voti. Inizia, da quel momento, una lunga attività parlamentare che lo porterà a ricoprire numerosi ruoli di governo, la funzione di Giudice della Corte Costituzionale sino a rivestire la più alta carica dello Stato, quella di Presidente della Repubblica ove, di recente, è stato riconfermato. Bernardo Mattarella junior, il figlio di Piersanti, è stato impegnato brevemente in politica come deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana nella legislatura insediatasi nell’anno 2008.
La stampa nazionale, nei mesi scorsi, ha invece dato notizia della presenza di un componente della famiglia La Russa nel parlamento nazionale da cinquant’anni in maniera ininterrotta, a far data dal 1972, coincidente con la prima elezione del capostipite Nino al Senato della Repubblica. Il figlio maggiore di Nino, Vincenzo La Russa, scomparso a novembre dello scorso anno, scelse, invece, di andare contro corrente, aderendo alla Democrazia Cristiana, facendo anche parte del movimento cattolico di “Comunione e Liberazione”: per questo veniva indicato come “la pecora bianca della famiglia”. Rivestì diversi ruoli istituzionali a Milano, città di adozione, e in regione Lombardia: fu consigliere comunale, consigliere provinciale, senatore (in concomitanza con il padre Nino) nonché deputato della IX legislatura, quella iniziata nel 1983, simultaneamente a Sergio Mattarella. Nel 1994 siederà di nuovo fra gli scranni del Senato della Repubblica eletto nel collegio Paternò – Caltagirone tra le fila del CCD, la formazione guidata da Pierferdinando Casini e Clemente Mastella. Nel corso della breve legislatura fu chiamato a far parte del Consiglio d’Europa rivestendo la carica di vice presidente dell’importante consesso.
Ignazio è il secondo dei fratelli La Russa: ha alle spalle una lunghissima e coerente carriera politica (nel partito e nelle istituzioni) a cui sembrava già essere destinato sin dai tempi giovanili, sin da quando inizia a manifestare la sua fede politica nella città di origine, Paternò: quella riconducibile alle idee della destra, a cui è rimasto sempre fedele, imprimendo alla formazione iniziale del MSI, da protagonista principale, tutte le metamorfosi dettate dagli eventi della storia, sino alla costituzione, nel 2012, del partito di Fratelli d’Italia, oggi la prima formazione politica in Italia. Dopo l’esperienza al Consiglio Regionale della Lombardia, nel 1992 entra a far parte della Camera dei Deputati (ove siede già Sergio Mattarella), quasi un passaggio di consegne da parte del padre Nino che, proprio in quell’anno, decide di ritirarsi dalla scena politica. Ignazio è chiamato a svolgere, a livello nazionale, prestigiosi incarichi nel partito e nelle istituzioni (vicepresidente della Camera e del Senato): nel 2008 diventa membro del governo come ministro della Difesa e, nel mese scorso, viene eletto Presiedente del Senato della Repubblica, la seconda più alta carica dello Stato. Romano La Russa è il figlio minore di Nino, viene contaminato dalla passione politica sin da giovane, sempre svolta a sostenere le idee della destra, sulla scia del fratello Ignazio. Ha lungamente rivestito cariche di partito e nelle istituzioni: è stato consigliere comunale in centri del circondario milanese, membro del Consiglio Regionale della Lombardia e assessore dello stesso organo (carica che ricopre in atto), nonché deputato del Parlamento Europeo, in rappresentanza della circoscrizione dell’Italia nord – occidentale. Pur nella diversità di ruolo, visione e temperamento, Sergio Mattarella e Ignazio La Russa rappresentano entrambi due facce di questa nostra terra, da cui tanto hanno appreso e nei cui confronti continuano ad operare, discretamente, per renderla sempre più luogo di approdo, anziché di partenza, per i suoi figli che in Sicilia intendono crescere e prosperare.
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* Sebastiano Garifoli è nato a Paternò, dove vive ed ha operato – oggi è in pensione – come geometra libero professionista. Ha militato nella D. C. di Paternò sin dagli anni ’70, facendo parte del Comitato e della Direzione comunale. Ha fatto parte del Consiglio dell’Unione Provinciale delle Cooperative di Catania – rivestendo, nel 1979, la carica di primo presidente regionale della “Federlavoro” – e del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Generale di Zona “SS. Salvatore” di Paternò, svolgendo, nel 1981, anche le funzioni di presidente. Negli anni ’80 è stato consigliere comunale e, più volte, assessore. Nel 1994, ha contribuito a costituire il C.C.D. nella provincia di Catania divenendone vice commissario e vice segretario provinciale. Nell’ anno sociale 2016/2017 ha presieduto il Lions Club di Paternò.