Fabio Savelli, Corriere della sera, 12 IX 2014.
PREVIDENZA
«Meno soldi a chi è ora in pensione, altrimenti i giovani restano senza»
Il presidente della Cassa dei ragionieri Luigi Pagliuca: «Ricalcoliamo gli assegni pensionistici con il metodo pro-rata come previsto dalla legge di Stabilità»
*
Una recente sentenza della Corte di Cassazione l’ha mandato su tutte le furie perché – dando ragione a un ricorrente ora in pensione – in sostanza invalida una norma contenuta nell’ultima legge di Stabilità che aveva introdotto il cosiddetto metodo “pro-rata” (un calcolo misto contributivo e retributivo per l’erogazione dell’assegno di quiescenza) per le pensioni già maturate. La norma s’ispirava a maggiori criteri di solidarietà inter e intra-generazionale (e in un’ottica di maggiore sostenibilità finanziaria delle casse previdenziale dei professionali) provando a riequilibrare progressivamente l’entità degli assegni tra chi ora è in pensione e usufruisce in parte del metodo retributivo (cioè l’importo è legato alla media della rivalutazione dei redditi dell’assicurato relativi agli ultimi anni di lavoro in cui generalmente si guadagna di più) e chi invece ci andrà col metodo contributivo (cioè tutti quelli che ora sono nella fase di vita lavorativa e dovrebbero percepire solo quanto effettivamente versato).
La tenuta finanziaria delle Casse dei professionisti
Lui, Luigi Pagliuca, è il presidente della Cassa dei ragionieri e al «Corriere della Sera» lancia l’allarme sulla tenuta finanziaria del sistema della previdenza dei professionisti, dopo questa «bomba» della Cassazione. «Così finirà per pagare la collettività – dice – perché le Casse previdenziali non sono in grado di sostenersi senza procedere a un riequilibrio del sistema. Falliranno tutte progressivamente e la gestione di oltre 2 milioni e mezzo di professionisti confluirà nel perimetro dell’Inps perché ai nostri giovani dovremo pur garantire almeno la pensione sociale dopo una vita al lavoro negli studi. Mi dica lei chi pagherà se non tutti attraverso le tasse. Cioè la fiscalità generale servirà per pagare le pensioni di milioni di persone». In un recente convegno a Napoli Alberto Brambilla, docente di gestione delle forme previdenziali pubbliche e complementari alla Cattolica di Milano, ha invitato provocatoriamente «i giovani professionisti a fare causa alla Cassazione», che – in punta di diritto – si ostinerebbe a tutelare i diritti acquisiti e non a preservare i diritti futuri. Secondo Pagliuca – senza la possibilità di introdurre il pro-rata – non saremo neanche in grado di restituire 700-800 euro al mese ai giovani avvocati, ragionieri, commercialisti, medici, giornalisti, architetti, ingegneri che ora stanno versando i contributi sostanzialmente pagando chi ora è in quiescenza. Un sistema totalmente perverso – secondo il suo parere – che penalizza due volte i giovani che stanno accantonando ora per non avere nulla tra 30 anni, quando le forze mancheranno e un assegno di sostentamento sarà necessario. Guerra generazionale alle porte?