Alberto Busacca, Libero Quotidiano, 5 VIII 2019
Sondaggio sulla giustizia in Italia
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La maggioranza degli italiani non ha fiducia nella giustizia. E ritiene che per far funzionare meglio il sistema sarebbe necessaria una “profonda” riforma. È questo, in estrema sintesi, il risultato di un sondaggio realizzato per Libero da AnalisiPolitica, il centro studi guidato da Arnaldo Ferrari Nasi.
Le risposte degli intervistati, sull’ argomento, non lasciano dubbi. Ad avere poca o nessuna fiducia nella giustizia è oggi il 52% dei cittadini. La maggioranza assoluta. Solo due anni fa questa percentuale era del 47%, anche se l’ anno “peggiore” è stato il 2012, ai tempi del governo guidato da Mario Monti, poco dopo la caduta di Silvio Berlusconi. Allora a non credere più nella giustizia era il 59% degli italiani. Un dato che fa riflettere, comunque, è il costante calo di quelli che, al contrario, di fiducia nella magistratura ne hanno “molta”. Nel 2007 erano il 18%, sono scesi all’ 11 nel 2010, al 9 nel 2017 e a un misero 8% quest’ anno.
Qualcosa non funziona, insomma. E infatti ben l’ 85% dei cittadini ritiene che il sistema della giustizia italiana abbia bisogno di una profonda riforma per farlo funzionare meglio. A sostenere che invece va tutto bene così come è adesso, invece, è soltanto il 4% degli intervistati.
Le divisioni – Un capitolo a parte è quello che riguarda i rapporti tra giustizia e politica. Il 66% degli intervistati, una larga maggioranza, è convinto (molto o abbastanza) che “sovente i magistrati agiscono con fini politici”.
Una percentuale, questa, che sembra in continuo aumento, visto che era del 62% nel 2017 e del 56% nel 2007. Ancora più numerosi sono poi quelli che pensano che “spesso le inchieste dei giudici hanno condizionato la vita politica italiana”. A rispondere “molto” o “abbastanza” è infatti stato il 74% degli interpellati, contro un 20% che ha risposto “poco” o “per nulla”.
Le cose cambiano, ma soltanto parzialmente, quando si analizza il caso specifico del vicepremier Matteo Salvini. A ritenere che ci sia un attacco da parte di alcuni pm contro il leader della Lega è il 41% degli italiani, mentre il 43% non pensa affatto che sia in atto uno scontro tra poteri.
La divisione, su questa domanda, è come prevedibile strettamente collegata alle preferenze politiche degli intervistati. Pensa che ci sia un attacco giudiziario contro il ministro Salvini il 71,3% di chi vota Lega, mentre ritiene che non ci sia il 70,9% dei sostenitori del Partito democratico e il 54,4% degli elettori di Forza Italia. Spaccati a metà i grillini, con il 39,1% che vede un attacco all’ alleato di governo e il 44,9% che invece non ci crede.
Discesa in campo – Quasi tutti sono concordi, però, sul fatto che “un magistrato che sbaglia dovrebbe essere responsabile della propria azione”. La pensa così il 91% dei cittadini (il 62% ha risposto “molto” e il 29% “abbastanza”).
Su questo, quindi, non sembrano esserci dubbi. Anche perché il dato è abbastanza costante negli anni. La percentuale oscilla tra l’ 87% registrato nel 2010 e nel 2013 e il 93% del 2008. Consenso molto largo anche su un altro quesito: “I giudici che decidono di entrare in politica devono prima dimettersi dalla magistratura?”. A dirsi “molto” o “abbastanza” d’ accordo è stato l’ 85% degli intervistati, contro un 6% che ha risposto “poco” e un 4% che ha scelto “per nulla”.
Cresce notevolmente, inoltre, la percentuale di quelli che che pensano che “i magistrati, vista la responsabilità che hanno, dovrebbero essere controllati anche a livello psicologico”.
Erano il 54% nel 2008, sono diventati il 78% nel 2019, con il 40% che si è detto molto d’ accordo e il 38% abbastanza d’ accordo. Pochi quelli totalmente contrari, che sono passati dal 16% del 2008 al 9% di oggi.
Sono infine in calo, ma sempre in netta maggioranza, gli italiani che ritengono che “i magistrati che sono eccessivamente lenti nello svolgimento delle loro funzioni, e che fanno uscire gli accusati per decorrenza dei termini, devono venire allontanati dalla magistratura”. È d’ accordo con questa affermazione il 74% degli interpellati, mentre nel 2008 si raggiungeva il 90%. Anche in questo caso le risposte cambiano a seconda del partito di riferimento, ma la divisione non sembra così netta. È per l’ allontanamento, infatti, l’ 87,6% di chi vota Forza Italia, l’ 84,1% dei leghisti e il 78% dei grillini.
Solo un po’ più comprensivi, verso i magistrati che vanno a rilento, gli elettori del Partito democratico: tra loro i favorevoli sono il 70,1%. Tra loro i favorevoli a mandarli via sono il 70,1%.