Emilio Vitaliano, Repubblica, 17 VIII 2016
Sempre più esausti per le mail di lavoro al di fuori dell’orario d’ufficio
La possibilità di essere rintracciati in qualunque momento per comunicazioni legate alla professione aumenta lo stress dei lavoratori, rovinando la loro vita familiare e riducendo alla lunga la produttività dell’azienda.
LE FORME di comunicazione più recenti, come le mail, ed i nuovi dispositivi tecnologici a nostra disposizione, come gli smartphone, hanno reso tutti noi facilmente rintracciabili. Anche e soprattutto dalla corrispondenza elettronica che giunge dal posto di lavoro in orari in cui dovrebbe essere normale staccare dagli impegni legati alla propria professione e ricaricarsi per il giorno dopo. Circostanze che possono aumentare lo stress e che, secondo uno studio condotto da Liuba Belkin della Lehigh University, William Becker di Virginia Tech e Samantha A. Conroy della Colorado State University, ostacolano il naturale equilibrio lavoro/famiglia.
I risultati ottenuti dall’analisi di 365 lavoratori si sposano con altri precedenti che sottolineavano la necessità di separare la vita familiare da quella legata alla mansione che si svolge, sia da un punto di vista fisico, sia mentale. E le mail sono proprio un aspetto che impedisce tale distinzione, in quanto strumento in grado di legare continuamente la persona al proprio lavoro. Una vera e propria prigione senza pareti, amplificata in particolar modo dall’incertezza che si crea per la possibilità continua di ricevere comunicazioni e per l’attesa che cresce spasmodica e aumenta la tensione, più che dal tempo che concretamente si trascorre nel leggere e rispondere alla posta elettronica.
Risulta così un aspetto meno evidente, in grado di mascherare la reale entità del problema, perché non può essere misurato in maniera concreta, ma che è capace di spingere verso il pericolosissimo “stress cronico”. Inoltre la ricerca ha ricordato che le difficoltà appaiono maggiori nelle persone che desiderano una netta distinzione tra lavoro e famiglia rispetto chi è più capace o disposto a mescolare i due ambiti. Come conseguenze di uno dei mali più nocivi del nostro tempo, si riscontrano una diminuita vitalità, una salute compromessa (in particolar modo minata da ansia e depressione) e una soddisfazione in calo per il proprio lavoro che può portare all’assenteismo, ad una minore produttività ed un fatturato più contenuto.
Il benessere psicofisico dei propri dipendenti è un dovere per i vertici aziendali e dovrebbe essere una priorità comprendere la soddisfazione di ogni singola persona in relazione al suo lavoro, offrire un’adeguata formazione al personale, garantire un ambiente sicuro, considerare le esigenze al di fuori del mondo lavorativo, rendere consapevoli tutti delle responsabilità legate ai compiti assegnati, essere aperti al dialogo, evitare l’insorgere di molestie e discriminazioni legate a qualunque aspetto della vita privata e, non ultimo, riconoscere lo stress legato al lavoro come un vero problema senza sminuirlo. A tal proposito, l’aspetto più interessante della nuova ricerca è proprio quello di aver aggiunto un ulteriore tassello finora poco considerato rispetto ai fattori già riconosciuti come fonte di tensione, quali un carico di lavoro elevato o la pressione che nasce dal tempo limitato per svolgere un compito o i conflitti tra colleghi e con i superiori.
E, quindi, quali accorgimenti possono essere adottati? Innanzitutto è fondamentale sottolineare l’assoluta necessità di trovare delle soluzioni, perché sono in gioco sia la salute del personale sia il fatturato delle società; infatti, la modalità che implica un contatto continuo ed una pronta risposta dei dipendenti ai messaggi di posta elettronica può sembrare utile all’aumento della produttività nel breve periodo, ma alla lunga ottiene risultati diametralmente opposti. D’altronde è anche vero che la nostra è una società in costante movimento in cui è probabilmente impraticabile l’idea di proibire fino in fondo la lettura delle mail oltre l’orario di lavoro.
Pertanto le opzioni proposte sono altre, che prevedono l’istituzione di regole in un mondo che ne è ancora del tutto privo. Per esempio, la possibilità di occuparsi della posta elettronica a rotazione o di istituire dei giorni in cui non deve essere tenuta in considerazione. Segnali significativi che, come sottolinea lo stesso studio, implicano una gestione attenta di tutta la fase lavorativa da parte della dirigenza, che può significare maggiore fiducia dei dipendenti verso la propria azienda e un loro impegno più assiduo con ricadute positive sul fatturato.