Raffaello Binelli, Il Giornale, 17 II 2018.
Cgia, le auto degli italiani tassate per 73 miliardi di euro
Prelievo fiscale enorme sui 42,8 milioni di autoveicoli (compresi autobus e camion) presenti Italia. Una cifra che, per la Cgia, relega gli automobilisti tra le categorie di contribuenti più tartassate d’Italia.
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Una cifra impressionante: 73 miliardi di euro. È il prelievo fiscale attuato sugli automobilisti, per un totale di 42,8 milioni di veicoli, tra auto, camion e autobus.
Una cifra “da far tremare le vene ai polsi”, secondo la Cgia di Mestre, che relega gli automobilisti tra le categorie di contribuenti più tartassate d’Italia. Il gettito derivante dalle imposte che gravano su tutti gli immobili presenti nel Paese ammonta a poco più di 40 miliardi di euro. Le tasse sulle auto, quindi, battono quelle sulle case. Nonostante la durissima crisi che ha colpito fino a tre anni fa il settore dell’auto, tra il 2009 e il 2016 il gettito fiscale sugli autoveicoli è aumentato del 10,1% (in termini assoluti pari a 6,7 miliardi di euro), mentre la crescita dell’inflazione è stata del 9%. “La voce che incide maggiormente sulle tasche degli automobilisti italiani – sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi Cgia – è quella delle imposte e delle accise sui carburanti. Ben 34,8 miliardi di euro, infatti, pari a poco meno della metà dei 73 miliardi complessivi, ci vengono prelevati nel momento in cui ci si reca a fare il pieno al nostro autoveicolo”.
Dalla Cgia precisano che per ogni litro di gasolio per autotrazione che acquistiamo alla pompa, il 63% circa del prezzo è riconducibile al peso del fisco. Per ogni litro di benzina, invece, l’incidenza sale al 66%. Oltre alla tassazione sui carburanti, tra le voci fiscali che gravano maggiormente sui possessori di un autoveicolo si segnala l’Iva sulla manutenzione e riparazione/acquisto di ricambi, accessori e pneumatici. Nel 2016 questo prelievo ha pesato sulle tasche degli italiani per 10,2 miliardi di euro (pari al 14% della spesa totale). L’Iva sull’acquisto degli autoveicoli, invece, è costata poco più di 7 miliardi di euro (9,8% del totale), mentre il bollo auto ha assicurato alle casse delle amministrazioni regionali 6,6 miliardi (9,1 per cento del totale).
Le imposte sui parcheggi e sulle contravvenzioni hanno garantito un gettito di 5,6 miliardi (7,7% del totale), quelle sui premi di assicurazione Rc auto quasi 3,9 miliardi di euro (5,3 per cento del totale). Sui pedaggi autostradali il fisco ha riscosso 2 miliardi, mentre l’imposta di trascrizione ha permesso alle Amministrazioni provinciali di incassare 1,7 miliardi. Sui lubrificanti, infine, imposte e accise sono costate agli automobilisti un miliardo.
Il segretario della Cgia, Renato Mason, sottolinea che “l’aumento di gettito ascrivibile ad alcune voci – come l’Iva sull’acquisito dei mezzi, i pedaggi autostradali e l’Imposta provinciale di trascrizione – si è verificato negli ultimi anni a seguito della ripresa economica del mercato automobilistico che ha segnato, in merito alle nuove immatricolazioni, dei risultati molto importanti”. La Cgia solleva inoltre un’altra riflessione molto interessante. L’elevato tasso di motorizzazione presente in Italia è in parte imputabile anche alla bassa qualità ed efficienza del trasporto pubblico urbano. Dalla Cgia segnalano che una ricerca realizzata nei mesi scorsi dal The European House-Ambrosetti sostiene che il sistema Paese potrebbe risparmiare fino a 12 miliardi di euro all’anno, attraverso una migliore organizzazione della mobilità nelle 14 città metropolitane del Paese.