Oscar Cosulich, Il Mattino, 2 VIII 2014.
SABINA GUZZANTI NUOVO FILM “LA TRATTATIVA”
Fermo da due anni, il film di Sabina Guzzanti, «LaTrattativa», sul patto Stato-mafia, promette di fare scintille alla prossima Mostra di Venezia, dov`è in cartellone fuori concorso. La tesi della regista è che la trattativa non sia mai davvero finita. «È stata appunto una trattativa fondamentale, un atto fondativo della Seconda Repubblica davvero importante per capire quello che è successo in quegli anni e in quelli successivi – dice la Guzzanti – per capire “passo passo” il progetto di Licio Gelli, i patti con Berlusconi e il fatto che in questo Paese non ci sia stata nessuna opposizione. Anche Matteo Renzi – conclude – non è altro che il frutto di questo accordo».
Per la regista-attrice del film composto da teatrini di quelle vicende mescolati ad immagini di repertorio, «non siamo mai davvero usciti da quel patto stipulato allora». «Il presidente Giorgio Napolitano? Che ne so io come reagirà? Credo comunque che non abbia simpatia che si affrontino certi argomenti. Il mio non è comunque un film nato per fare scandalo, ma per raccontare casomai certe verità, per capire un Paese su cui si deve fare prima o l`11 per cento del Pil è composto dall`economia criminale».
La struttura del racconto è comunque tutta anticipata all`inizio del trailer: «Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo – dice la stessa Guzzanti circondata da caste tecnici che abbiamo deciso di mettere in scena i fatti sinora noti sulla trattativa Stato-mafia».
Nel docu-film, che sarà da ottobre nelle sale distribuito da Bim, ci sono Gaspare Spatuzza, Silvio Berlusconi (interpretato dalla stessa Guzzanti), Enzo Scarantino, Massimo e Vito Ciancimino, Giancarlo Caselli, Enzo Cartotto, colonnello Riccio, Luigi Ilardo e Marcello Dell`Utri. Il film ricostruisce i fatti che sono gli elementi del processo sulla trattativa Stato-mafia del `92-`93, «in un momento in cui sono iniziate tantissime stragi non si capisce ad opera di chi, e su cui stanno indagando tre procure da tanti anni».
Insomma, carne a cuocere ce n`è. Tant`è che già sul manifesto del film si è scatenata ieri la polemica da parte di un gruppo di deputati Pd. «È inutile lamentarsi dei numerosi episodi all`estero che speculano sulla mafia per vendere prodotti, come i casi Don Panino e Vino Mafiozo, se poi in Italia ci troviamo di fronti a casi altrettanto deplorevoli come il manifesto del nuovo film di Sabina Guzzanti che appare decisamente irrispettoso dei simbolo della Repubblica, con l`inserimento al centro dello stemma dello Stato di un uomo con coppola e lupara», dicono Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli, Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio. «Un modo per accomunare tutto il Paese alla cupola mafiosa che offende e appare decisamente fuori luogo».