Vincenzo Chierchia e Laura Dominici, Sole 24 Ore, in Dagospia, 25 VII 2014.
L’ITALIA DICE ADDIO PURE AL TURISMO
MADRID E ATENE BATTONO IL (BEL)PAESE ANCHE NELL’INDUSTRIA TURISTICA. MENTRE DA NOI GLI STRANIERI SPENDONO SEMPRE MENO.
Tra il 1997 e il 2012 – ricorda la Banca d’Italia in uno studio sul settore vacanze – il turismo internazionale ha sempre generato un avanzo nella bilancia dei pagamenti dell’Italia; tuttavia il surplus turistico è sceso dall’1,1% allo 0,6% del Pil, soprattutto a causa del calo in termini reali della spesa degli stranieri…
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L’industria turistica dipende dagli stranieri perchè la domanda italiana resta debole. Ma il nostro Paese arranca mentre la Spagna marcia a pieni giri a testimonianza di un buon rilancio della competitività. E la Banca d’Italia mette in guardia sulla progressiva erosione del surplus valutario della bilancia turistica. Le condizioni meteo di questi giorni poi non contribuiscono a rasserenare il settore e gli operatori restano preoccupati.
Tra il 1997 e il 2012 – ricorda la Banca d’Italia in uno studio sul settore vacanze – il turismo internazionale ha sempre generato un avanzo nella bilancia dei pagamenti dell’Italia; tuttavia il surplus turistico è sceso dall’1,1% allo 0,6% del Pil, soprattutto a causa del calo in termini reali della spesa degli stranieri, mentre la spesa degli italiani all’estero è rimasta sostanzialmente invariata in rapporto al Pil. Come conseguenza, la quota di mercato mondiale degli introiti dell’Italia è scesa dal 6,8% nel 1997 al 3,7 nel 2012.
Continua Invece il trend positivo della Spagna, con un nuovo record di 28 milioni di visitatori stranieri registrato nel primo semestre dell’anno, pari al 7,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Secondo i dati Frontur, diffusi dal Governo di Madrid, a giugno quasi 6,6 milioni di turisti stranieri hanno visitato il paese, con un aumento del 4,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Dall’Enit ricordano che secondo il proprio monitoraggio sul turismo organizzato all’avvio della stagione turistica estiva attraverso la sua rete estera, le previsioni di vendita dei 166 più grandi Tour Operator mondiali, leader di mercato della destinazione Italia, fanno pensare ad un’ottima annata.
Ma tra gennaio e aprile 2014 l’incremento dei viaggiatori stranieri (+3%) rilevato da Via Nazionale è inferiore a quello spagnolo. E anche secondo le stime degli operatori si dovrebbe confermare un trend di crescita annuo del +4/5%. Niente a che vedere con la crescita a doppia cifra stimata da competitor come Spagna e Grecia. Quest’ultima ha registrato nei primi sei mesi dell’anno un aumento del 17,1% di visitatori stranieri, pari a 760mila turisti in più. L’Associazione degli operatori turistici della Grecia (Sete) ha stimato che 19 milioni di turisti stranieri visiteranno la Grecia entro la fine dell’anno.
Tutte le principali località stanno incrementando gli sforzi per conquistare un maggior numero di flussi turistici d’oltrefrontiera, ma il sistema sconta limiti di fondo. I benefici delle iniziative del Governo si vedranno a lungo termine. L’effetto Expo si farà sentire nei prossimi mesi.
Come rileva il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, «abbiamo un 2014 fotocopia del 2013 con un mercato interno che fatica a causa della crisi economica e un mercato estero, soprattutto extraeuropeo, che sta tornando. Ne beneficiano le destinazioni più internazionali, le città d’arte note nel mondo, ma l’80% del territorio fa fatica».
Bocca rilancia sul nodo della «redditività delle imprese alberghiere che scontano un livello di tassazione insostenibile, soprattutto per l’Imu e l’Irap, che non è proporzionale o non collegato al reddito d’impresa». «L’Italia – rileva Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confidustria – è insieme all’Ungheria il Paese che sconta il maggior carico fiscale. Va sottolineato che i prezzi degli alberghi sono stabili a differenza di quanto accade in Spagna, Portogallo o Germania». Federalberghi intanto testimonia che le imprese alberghiere soffrono: in sei mesi hanno chiuso circa 500 hotel.