Beppe Grillo, Blog omonimo, 28 V 2018
Un mercato sull’orlo di una crisi di nervi
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Sono uscito questa mattina e ho visto questa cosa avvilente: le persone non parlano, guardano nel vuoto, così come se fossero state sostituite da un alieno che gli è entrato dentro, come nei film di fantascienza.
Mi è venuto in mente questo silenzio, lo spot che ho messo sul blog, “Un posto tranquillo”.
Perché non parla? Perché è avvilita la gente? Perché c’è qualcuno o qualcosa che parla al posto di milioni di italiani che è il mercato. Parla con frasi tipo: è ottimista, ha raggiunto il suo equilibrio, è salito o è sceso.
Allora ho provato a chiamarlo, ho detto voglio parlarci, se parla con la voce avrà qualcosa, un software, un algoritmo che mi parla con la voce con cui si esprime.
L’ho sentito, mi ha detto che è avvilito, che è sotto analisi a Bruxelles e mi ha detto che parla perchè lui questo silenzio non lo può sopportare, allora diventa anche sentimentale.
A volte recepisce in modo pessimista le cose, in modo pessimista. E’, anche lui, un po’ avvilito, che deve sopperire a cose che non gli competono.
Mi ha raccontato con somma nostalgia quando era il mercato vero, quello delle patate, della frutta e verdura; c’erano le patate euforiche quando il prezzo saliva, le cipolle che lacrimavano. Insomma, aveva quel mondo suo che gli è sfuggito e adesso parla come le persone!
Il mercato oggi è lo pseudonimo del capitalismo più avvilente e di predazione che abbiamo in Italia.