Gabriella De Matteis, Repubblica, 5 VIII 2016
Scontro fra treni, spunta una vecchia foto della pm col legale dell’indagato: il caso al Csm
Lo scatto di tre anni fa pubblicato dal ‘Giornale’ ha scatenato l’indignazione della figlia di una delle vittime. La magistrata: “Un gioco durante una festa”. E l’avvocato: “Un momento di goliardia”
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Daniela Castellano, figlia di Enrico, uno delle 23 vittime della strage ferroviaria di Andria, è la prima a commenate la foto, pubblicata sul Giornale. “Come possiamo pensare di avere giustizia per i nostri cari”, scrive postando su Facebook l’immagine che in poche ore fa il giro del web per finire anche sulle scrivanie del Csm. L’avvocato Leonardo De Cesare, legale del capostazione Vito Piccarreta, principale indagato dell’inchiesta sullo scontro fra treni in cui hanno perso la vita 23 persone, finge di baciare il piede alla pm Simona Merra, nel pool dei magistrati di Trani che indaga sul disastro.
“Quella foto risale al 2013”, prova a difendersi la sostituta procuratrice nell’occhio del ciclone. “Vogliamo chiarezza e verità”, dice ancora Daniela Castellano parlando anche a nome dei familiari delle altre vittime dello scontro tra i treni. “Siamo scioccati, allibiti e arrabbiati, la logica vorrebbe che la pm abbandonasse il caso perché noi parenti non possiamo vivere con l’incubo che le indagini possano essere influenzate da qualcos’altro”.
La polemica è accesa, ma il magistrato cerca di ridimensionare la portata della fotografia. Simona Merra ha avuto un colloquio con il procuratore facente funzioni Francesco Giannella: si dice serena, pronta a continuare l’indagine, parlando di “una conoscenza limitata con l’avvocato”. “Non ritengo di dover formulare alcuna richiesta di astensione – aggiunge – perché non ci sono gravi motivi di opportunità. Ma se il procuratore riterrà di sollevarmi da questo incarico, chiaramente mi adeguerò”.
La foto è stata scattata all’inizio dell’estate del 2013, a un compleanno di una comune amica. “Lo scatto coglie in un momento di goliardia”, dice l’avvocato De Cesare. Durante un gioco alla presenza di altri invitati, Simona Merra era stata schizzata con acqua e con quel gesto il legale voleva farsi perdonare. “Non ho nulla da nascondere – spiega il magistrato – De Cesare difende Piccarreta, che noi abbiamo interrogato tutti e cinque insieme alla presenza anche del procuratore. Non c’è stata alcuna attività che io ho svolto in autonomia. È un fascicolo molto delicato in cui ogni provvedimento viene firmato almeno da due sostituti. Non ho fatto nulla e non avrei motivo di favorire nessuno perché il mio compito è accertare la verità. Non comprometterei mai il mio ruolo per nessuno: avvocati, indagati e chicchessia”.
E anche De Cesare assicura: “Alla luce della volonta del mio assistito di collaborare con la magistratur, non si ritiene vi siano state e vi siano attualmente esigenze tali da rendere incompatibile l’esercizio dei rispettivi ruoli, anche in considerazione della delicata indagine condotta da un pool di magistrati”. Nel pomeriggio, però, è lo stesso Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, a spiegare che gli atti che riguardano il caso del pm Marra “sono già in possesso della Procura Generale della Cassazione per la valutazione degli eventuali profili disciplinari”. Sul caso una prima relazione è stata trasmessa dal procuratore generale di Bari Anna Maria Tosto.
“Il Csm dunque – spiega Legnini – nel rispetto delle procedure e delle garanzie previste dalla legge proseguirà la sua attività istruttoria e non mancherà di esercitare tempestivamente le sue prerogative”. Del resto, nei giorni scorsi, la foto era stata inviata al Consiglio Superiore della Magistratura, allegata ad un esposto, firmato da un imprenditore pugliese che ha già denunciato un altro pm di Trani Antonio Savasta (anche lui nel pool che indaga sul disastro).
La prima commissione del Csm ha così aperto un procedimento per verificare se nell’ufficio giudiziario pugliese vi siano casi di incompatibilità,: procedimento nel quale, ora, dovrà essere approfondito questo nuovo esposto. Alla fine di luglio il Csm ha ascoltato il procuratore generale Anna Maria e Carlo Maria Capristo, ora procuratore a Taranto ma fino a marzo procuratore di Trani. Prima di loro, dinanzi ai componenti della prima commissione era arrivato Roberto Oliveri del Castillo, ora gip a Bari, ma in passato con le stesse funzioni a Trani, autore del libro Frammenti di storie semplici: alcuni passaggi del romanzo, per l’autore frutto di “pura fantasia”, a detta di qualcuno sono sovrapponibili a episodi citati negli esposti.
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Annalisa Chirico, Il Giornale, 6 VIII 2016
PRETENDIAMO TRASPARENZA ANCHE DALLA GIUSTIZIA
Questa non è una foto, è molto di più. Dopo l’imbarazzante «baciapiede», ecco l’ abbraccio, con la mano dell’ avvocato Leonardo de Cesare che sfiora la pancia del pm di Trani Simona Merra. Un gesto che tradisce confidenza e amicizia, le ragioni per le quali il magistrato Merra avrebbe dovuto astenersi dall’inchiesta che annovera tra gli indagati un capostazione difeso, guarda caso, dal biondo De Cesare, avvocato e testimonial del brand Mascalzone Latino.
Con lui, ha sostenuto Merra, ho avuto «una conoscenza limitata a quel periodo», luglio 2013. Peccato che questa seconda foto, pubblicata in esclusiva dal Giornale, risalga ai primi mesi del 2014. Le foto imbarazzanti sono sparite dal profilo Facebook del magistrato, ma non dalla memoria di qualcuno.
Viene da chiedersi se qualcuno possa poi stupirsi se la fiducia dei cittadini italiani nella giustizia sia tra le più basse in Europa. Non c’ entra la politica, non c’ entrano i salvacondotti o la querelle sulla prescrizione.
Le foto in questione sono il ritratto del piccolo mondo incantato e autoreferenziale di magistrati e avvocati di provincia, che gestiscono un sistema di relazioni e potere fuori da ogni controllo. La trasparenza resta un miraggio, incarichi e consulenze vengono assegnati quotidianamente senza un meccanismo effettivo di accountability. Pretendiamo la trasparenza totale dalla politica, dovremmo fare altrettanto con chi amministra la giustizia in nome del popolo italiano.