La Stampa, 19 II 2015
UN PAESE ALLO SBANDO
UN ITALIANO SU QUATTRO È A RISCHIO POVERTÀ
E SEI MILIONI DI PERSONE VIVONO IN CONDIZIONI DI MISERIA ASSOLUTA
BOOM DI UNDER 30 CHE NON LAVORANO E NON STUDIANO:
SONO IL TRIPLO DELLA GERMANIA –
In tema di povertà e di esclusione sociale, la Caritas evidenzia “un’Europa due velocità”: alla fine del 2013 il 24,5% della popolazione europea era a rischio di povertà o esclusione sociale, 1,8 milioni in meno rispetto al 2012 – Nei sette Paesi considerati più vulnerabili a seguito della crisi lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione…
Un italiano su quattro e a rischio povertà, il 23% delle famiglie vive in situazione di disagio economico. L’allarmante fotografia è scattata dalla Caritas nel Rapporto Europa sull’impatto della crisi e dall’Istat nel documento “Noi Italia”, entrambi riferiti al 2013.
In Italia sono oltre 10 milioni le persone in condizioni di povertà relativa, che presentano una spesa per consumi inferiore alla soglia di riferimento. Si tratta del 16,6% della popolazione. La povertà assoluta, che non consente di avere standard di vita accettabili, coinvolge invece il 7,9% delle famiglie, per un totale di circa 6 milioni di cittadini. «Il 23,4% delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui». È la situazione nel 2013. L’anno prima comunque la percentuale era ancora più alta (24,9%). Tornando al dato più recente, circa la metà, il 12,4% dei nuclei, si trova in grave difficoltà.
Allarme povertà nei 7 Paesi “deboli” della Ue: Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania e Cipro. Lo lancia la Caritas nel Rapporto Europa . A fronte di un rischio di povertà o esclusione sociale del 24,5% nella Ue a 28, nei 7 Paesi è, in media, al 31%, il 28,4% in Italia, oltre 1 su 4.
In tema di povertà e di esclusione sociale, Caritas evidenzia «un’Europa due velocità»: alla fine del 2013 il 24,5% della popolazione europea (122,6 milioni di persone, un quarto del totale) era a rischio di povertà o esclusione sociale, 1,8 milioni in meno rispetto al 2012. Nei sette Paesi considerati più vulnerabili a seguito della crisi lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione. L’Italia si posiziona su valori intermedi (28,4%), mentre il valore più elevato si registra in Romania (40,4%).
Dal 2012 al 2013 la povertà «assoluta» è diminuita di poco: dal 9,9 al 9,6% della popolazione nell’Ue a 28 Stati. Tra i Paesi deboli, il fenomeno è «allarmante» (14,9% nel 2013) – sottolinea il Rapporto della Caritas – con punte massime in Romania (28,5%) e in Grecia (20,3%). In Italia la «deprivazione materiale grave» colpisce il 12,4% della popolazione. Il numero di persone che vive in famiglie quasi totalmente prive di lavoro è aumentato in tutti i sette Paesi europei considerati dal Rapporto di Caritas: erano il 12,3% nel 2012 e sono diventate il 13,5% nel 2013.
La crisi economica ha fatto aumentare l’attività di assistenza: «In Italia l’azione Caritas si esplica attraverso 1.148 iniziative anticrisi. Dal 2010 ad oggi le iniziative diocesane risultano raddoppiate (+99%)». Rispetto ai contributi erogati con il «fondo straordinario anticrisi» attivato nel 2013 da Caritas, il 39,6% delle risorse sono state utilizzate per integrare il reddito delle famiglie; il 32% è invece impiegato per l’acquisto di beni di prima necessità.
Numeri preoccupanti anche sul fronte giovanile. In Italia, secondo le rilevazioni Istat, sono due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti “Neet”. Dati del 2013 alla mano, si tratta del 26% degli under 30, più di 1 su 4. In Ue peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%).