Repubblica, 3 agosto 2013.
Contrordine: l’egoismo non paga
“L’evoluzione non lo favorisce”.
Le conclusioni degli scienziati Usa: “Per un breve periodo di tempo e solo contro uno specifico insieme di avversari, alcuni organismi egoisti possono guadagnarsi un po’ di anticipo ma l’egoismo in sé non è evolutivamente sostenibile“.
LONDRA – Gli egoisti non sempre hanno la meglio nella vita, di sicuro sono perdenti in chiave evolutiva. Sono queste le conclusioni di una nuova ricerca condotta dalla Michigan State University che ha dimostrato come l’evoluzione non favorisca meschini ed egoisti ma tenda, al contrario, a punirli.
“Per un breve periodo di tempo e solo contro uno specifico insieme di avversari, alcuni organismi egoisti possono guadagnarsi un po’ di anticipo ma l’egoismo in sé non è evolutivamente sostenibile”, ha spiegato l’autore dell’indagine, Christoph Adami, docente di microbiologia e genetica molecolare.
Ma come si è arrivati a questa conclusione? La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, mette pesantemente in discussione la cosiddetta strategia “zero determinant” che sostiene che i giocatori egoisti non possono non battere i giocatori cooperativi.
La ricerca statunitense ha scoperto, testando il principio su centinaia di migliaia di giochi, che la strategia non potrebbe mai essere un prodotto dell’evoluzione perché offre vantaggi a giocatori “zero determinant” solo quando usata contro avversari non “zero determinant” ma funziona malissimo contro nemici della stessa “pasta”. Per funzionare sempre questa strategia dovrebbe permettere agli egoisti di riconoscere la natura dell’avversario per adattare di volta in volta gli attacchi, riconoscimento che in un contesto evolutivo – secondo la ricerca – è troppo complesso da effettuare.